Un impianto che rischia di soffocare la Valsugana
Nel 2016 a Novaledo potrebbe funzionare un impianto di combustione a biomassa che brucerà circa 20.000 tonnellate annue di legname e materiale erboso: 600 quintali al giorno. A quel punto sarà come se i camini del paese passassero dai 350 di oggi a 5.350. Non a caso la Provincia ha recentemente eliminato gli incentivi pubblici a favore di questi impianti in Comuni già metanizzati, come Novaledo. Gli esperti infatti affermano da tempo che una centrale alimentata a biomasse inquina molto di più di un impianto alimentato a metano. A parità di energia prodotta essa emette da 20 a 40 volte più polveri sottili di una centrale alimentata con gas naturale. E questo si ripeterà per 333 giorni l’anno, in una vallata stretta, con ventilazione praticamente nulla e con seri problemi di inversione termica.
E questo in una zona che per anni è stata invasa dalla puzza dell’impianto di compostaggio di Campiello, dismesso solo grazie alla battaglia dei cittadini. In una zona attraversata da una superstrada sovraccarica di traffico e già soggetta a un devastante carico di inquinanti delle Acciaierie di Borgo.
All’interno di una Valsugana piagata da altri abusi ambientali che hanno lasciato il segno per le generazioni a venire, come l’ex Cava Zaccon e le varie discariche dell’Inchiesta “Ecoterra”. Giuseppe Serravazza, oncologo e presidente della Lega Italiana Tumori della Provincia di Lecce ha dichiarato: “Le centrali a biomasse comportano emissioni di gas inquinanti. Sappiamo che questi gas posseggono differenti sostanze cancerogene, come i più noti ossidi di carbonio e di azoto, ma anche idrocarburi aromatici, formaldeide e metalli pesanti”.
Federico Valerio, direttore del Servizio Chimica Ambientale dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, aggiunge: “Bruciare biomasse per produrre elettricità è la peggiore scelta che possiamo fare, se si vuole mantenere buona la qualità dell’aria che respiriamo. Affermare che le biomasse sono una fonte di energia pulita è falso. Le biomasse inquinano molto di più del metano e in alcuni casi di più del carbone”. L’approvazione del progetto Menz&Gasser ha visto l’azienda, il sindaco, la giunta comunale e la Provincia lavorare in silenzio e molto velocemente per definire l’iter autorizzativo dell’impianto, inclusa una corposa variante al PRG in deroga. Senza dare possibilità alla cittadinanza di essere informata e di potere manifestare la propria opinione.
L’operazione della Menz&Gasser sembra pensata soprattutto per accedere ai contributi GSE prelevati dalle bollette pagate dai cittadini. Ricordiamo che nel 2005 la temuta creazione di un impianto simile a Cismon del Grappa, a soli 37 chilometri da Novaledo, aveva visto in Valsugana la nascita di un movimento di opposizione con in prima fila anche importanti politici, come il compianto Giovanni Battista Lenzi.
Un altro personaggio trentino super partes come monsignor Giancarlo Bregantini si è fermamente opposto alla realizzazione di due impianti simili nella zona di cui è pastore. Ora invece l’impianto rischiamo di averlo in casa nostra, grazie a un’operazione che peggiorerà in maniera drammatica la qualità dell’aria respirata da uomini e donne, bambini e anziani soprattutto.
Questo progetto potrà essere fermato solo con una presa di coscienza di tutta la popolazione. Sarà però indispensabile che cittadini, autorità e operatori economici di Novaledo, Marter, Roncegno, Campiello, Levico, Caldonazzo e Borgo si mobilitino con prontezza. Nasce quindi oggi un progetto che tende a difendere non solo la salute della gente, ma l’intera economia della Valsugana che basa la sua attrattività sulla pulizia dell’ambiente, sia in termini turistici che agricoli e immobiliari, sensibilizzando anche la classe politica.
Per informazioni e contatti: salute-di-novaledo@libero.it
Gruppo di salute pubblica di Novaledo