Una buona legge contro l’omofobia
In questi mesi ho avuto modo di approfondire il disegno di legge “Interventi di contrasto delle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o dall’intersessualità” e di confrontarmi con alcuni dei proponenti. Ho parlato soprattutto con Paolo Zanella dell’Arcigay e non mi sono trovato davanti una persona che cerchi di imporre il suo volere e di far passare una legge il cui intento sia quello di propagandare l’omosessualità. Nella loro proposta non c’è nessun intento di contrapporsi alla cosiddetta famiglia naturale. Vi leggo piuttosto la voglia di creare una società inclusiva dove trovino spazio e garanzie anche le persone gay, lesbiche e transessuali.
Anch’io all’inizio mi sono chiesto se vi fosse bisogno di una legge per contrastare l’omofobia. Dopo tutto nel mondo, in Italia e in Trentino abbiamo degli ottimi dispositivi che parlano di uguaglianza di diritti e che garantiscono parità di trattamento. Abbiamo la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, art. 1: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti...”. Abbiamo la Costituzione, art. 3: “I cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e abbiamo anche lo Statuto di autonomia, art. 2: “Nella regione è riconosciuta parità di diritti ai cittadini, qualunque sia il gruppo linguistico al quale appartengono, e sono salvaguardate le rispettive caratteristiche etniche e culturali”. Tutto bene quindi?
Mi sono risposto che troppo spesso questi articoli rimangono diritti enunciati sulla carta, mentre permane il bisogno di avere una legge in grado di garantire diritti sostanziali, in modo da portare interventi capaci di contrastare le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere e di garantire parità di dignità e di trattamento in ogni contesto.
L’omofobia esiste anche in Trentino, basti pensare alla brutale aggressione omofoba di qualche anno fa in una nostra valle o la vicenda, con ribalta nazionale, della professoressa discriminata per il suo orientamento sessuale.
Il dispositivo in esame è pensato per promuovere “la realizzazione dell’uguaglianza sostanziale tra gli individui, anche all’interno della loro dimensione affettiva, e garantisce la parità di diritti di ogni persona, considerando ogni discriminazione legata all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alla condizione di intersessualità come una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. (art. 1) ed è sicuramente importante e doveroso per una Provincia solitamente attenta alle identità e alle peculiarità personali.
Questo disegno di legge (che invito a leggere senza chiusure preconcettuali) non cerca la propaganda del pensiero gay come scritto da qualcuno, ma mira a promuovere azioni di sensibilizzazione culturale e di inclusione sociale, e con interventi in materia di lavoro e nell’ambito socio/sanitario contribuisce a risolvere pacificamente il conflitto che cova in alcune fette della nostra società nei confronti delle persone gay, lesbiche e transessuali.
Risolvere questi conflitti significa far comprendere meglio un mondo sconosciuto o che non si vuole vedere, contribuendo a risolvere pacificamente le discriminazioni di fatto che albergano nella nostra società.
Massimiliano Pilati, Presidente del Forum Trentino per la Pace e i diritti umani