Venere in pelliccia
Ma il cinema dov’è?
In una sera piovosa un regista teatrale sta allestendo un adattamento della “Venere in pelliccia”, romanzo dell’erotismo ottocentesco di Leopold von Sacher- Masoch. Dopo la chiusura della prima sessione di casting, si presenta un’avvenente donna di mezza età, dall’aspetto vistoso e dai modi che non sembrerebbero compatibili col ruolo della sofisticata nobile Wanda von Dunaje. Irritato dalla delusione delle altre aspiranti fin lì presentatesi, dal ritardo dell’ultima arrivata e dal suo evidente essere fuori ruolo, l’arrogante regista è ritroso a concedere una chance alla donna. Lei però lo irretisce con un’astuta loquacità e l’ambigua presenza. La cosa si acuisce quando la donna, appena comincia a recitare, si trasforma, dimostrandosi perfetta per la parte. Il regista, progressivamente rapito dalla presenza e dalla performance della misteriosa attrice, è sempre più avviluppato in spire seduttrici, tra piacere e sottomissione, che via via ne annullano la spavalderia, per evidenziarne fragilità e piccolezza. La donna arriva al dominio e umiliazione della sua vittima.
Un bel giochino: il libro di Sacher-Masoch, alla base del testo teatrale di David Ives, è ripreso cinematograficamente da Polanski. Due personaggi nel libro, due attori su un palco, unico ambiente e scenografia del film. Testo conturbante, per quanto conosciuto, attori bravissimi, messa in scena impeccabile, anche se non proprio agilissima.
Dopo “Carnage” Polanski replica con classe il filmare un adattamento teatrale: ambienti, attori, testo, movimenti, tutto perfetto. Ma il cinema dov’è?
P. S. E io l’ho visto nella piovosa sera della giornata dedicata alle donne contro il femminicidio. Me la sono voluta, appunto.