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QT n. 11, novembre 2013 Trentagiorni

Il debutto trentino delle “guardie ecozoofile”

Con un articolo di oltre mezza pagina e un titolone ad effetto, l’Adige (vedi foto) annuncia l’inizio dell’attività in Trentino delle guardie ecozoofile dell’associazione Anpana, già operante a livello nazionale, ma nuova per la nostra provincia. L’attività prevista è la vigilanza per la tutela dell’ambiente e degli animali. Le guardie, spiega nell’articolo il loro comandante, operano su base volontaria, sono dotate di divisa, possono essere armate, elevare contravvenzioni e sono equiparate a pubblici ufficiali.

Articolo sull’inizio dell’attività in Trentino delle guardie ecozoofile dell’associazione Anpana

Considerate le sempre più risicate risorse a disposizione delle forze dell’ordine, un aiuto a presidiare meglio il territorio su temi ambientali e animalisti, nel rispetto di precise condizioni. può essere visto con favore.

Ma la notizia, così come apparsa sulla stampa, è sembrata stravagante a chi conosce un po’ la materia. Nella nostra provincia, infatti, le guardie zoofile non possono operare, a meno che non abbiano seguito un apposito corso provinciale e superato il relativo esame finale. Peccato che il primo e unico corso sia stato tenuto nel 1993. Da allora più niente, e a nulla sono valse le ripetute richieste, rivolte anche al presidente Dellai da parte dei rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste, affinché i corsi venissero riattivati. Solo così infatti i volontari, anche se magari già formati attraverso corsi organizzati dalle stesse associazioni, avrebbero potuto diventare operativi.

Il dubbio che si trattasse di un’esagerazione giornalistica con poco fondamento era dunque legittimo, anche se la cosa appariva comunque un po’ strana. In piena campagna elettorale, con le pagine dei quotidiani stracolme di notizie, perché gonfiare a tutti i costi un tale evento?

Dubbio in apparenza fugato lunedì pomeriggio, 21 ottobre, quando era prevista la presentazione dei programmi di Anpana e dell’inizio dell’attività dei suoi volontari anche in Trentino, in una delle sale di rappresentanza della Provincia in piazza Dante, una sede istituzionale dunque. Veniva garantita la presenza del presidente Pacher, in effetti poi intervenuto, per suffragare l’importanza di questa collaborazione. L’atmosfera era quella delle grandi occasioni, con partecipazione di pubblico, dei rappresentanti della stampa, di autorità civili e militari, tra cui rappresentanti in divisa del corpo forestale e il comandante provinciale del medesimo, dott. Masé. A questa parte cerimoniale sarebbe poi seguita l’inaugurazione della nuova sede provinciale di Anpana a Ravina, messa a disposizione gratuitamente dalla Provincia. Insomma, tutto sembrava dimostrare che, in barba alle norme da essa stessa emanate, la nostra Provincia fosse pronta a dare la propria benedizione.

E invece il dubbio venuto agli ambientalisti era legittimo e veniva confermato pochi minuti prima dell’inizio della cerimonia, quando, proprio a seguito dei dubbi espressi sul corridoio della Provincia dai rappresentanti di due associazioni ambientaliste, Pacher si vedeva costretto a un rapido cambio di programma: non più nel ruolo dell’ospite che dava il benvenuto e augurava ogni successo alle attività dei volontari Anpana, ma in quello di severo custode delle norme, che ammoniva come molte cose andassero verificate.

Imbarazzo in sala e in particolare fra i rappresentanti di Anpana, che si saranno chiesti dove fossero finiti: tra politici e funzionari così poco professionalida permettere loro di arrivare a quel punto e scoprire solo dopo come stavano le cose?

Non desta meno meraviglia (e ci conferma nell’opinione che la strada per una sana gestione del potere è ancora lunga) il fatto che il giorno dopo, o in quelli seguenti, nulla sia apparso sui media locali, i cui giornalisti e fotografi, lo ripetiamo, erano presenti all’evento.

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