Crisi e cultura
In merito alle mancanze di disponibilità finanziare per la cultura trentina, vorrei modestamente evidenziare che è necessario cercare percorsi diversi per acquisire risorse per la collettività. Non voglio banalizzare o ridurre semplicisticamente i reali problemi che esistono; però, a mio avviso, un po’ di “finanza creativa” potrebbe aiutare.
Piccolo esempio: oltre un anno fa ho proposto all’amministrazione comunale di Trento, del tutto gratuitamente e per puro spirito civico, un progetto di fattibilità per la realizzazione di un impianto fotovoltaico sul palazzetto dello sport di Trento. Il progetto prevedeva di rendere autonoma la struttura, risparmiando quindi i costi energetici e, in più, avrebbe garantito un introito ventennale di una cifra interessante (circa 80.000 euro all’ anno) derivata dal famoso conto energia. Non è certo il rimedio assoluto, ma perché si tengono nel cassetto ad ammuffire questi nuovi percorsi che garantirebbero introiti, magari da utilizzare, per esempio, proprio per la cultura? Perché non si vuole valutare un percorso strutturato sulla rivalutazione energetica del sistema comunale (risparmio energetico, affitto dei tetti per gli impianti fotovoltaici o investimento diretto da parte del comune)? Si reperirebbero molte risorse impensabili e molto facilmente. Però la politica è sorda, cieca e chiusa su se stessa e le idee nuove proposte da un semplice cittadino rimangono in un cassetto. Sinceramente, non capisco perché questa chiusura su sistemi innovativi e percorsi virtuosi; a chiacchiere tutti disponibili, ma i fatti, poi, non si vedono.