Roméo et Juliette
Amore senza scampo
Mentre la sopravvivenza della musica lirica in Trentino si affida alle piccole produzioni (più annaspanti che emergenti, per ragioni economiche), il Teatro Sociale ha ospitato l’ultimo appuntamento della “stagione” lirica precedente, il “Roméo et Juliette”, con musica di Charles Gounod, libretto di Jules Barbier e Michel Carré (15-16 ottobre).
Sebbene il teatro fosse ben lungi dall’essere “tutto esaurito”, i rinunciatari hanno perso una buona occasione per assistere a uno spettacolo di ottima fattura, sotto tutti gli aspetti.
Di particolare bravura sono risultati artisti e artiste impegnati nelle parti “minori”: Silvia Regazzo (Stéphano), Brian Nickel (Mercutio) e Abramo Rosalen (Frère Laurent), potenti ed espressivi sia nella voce che nel gesto. Tra i protagonisti, Oriana Kurteshi (Juliette), sostituta last minute di Monica Tarone, ha mostrato doti vocali notevoli, unite a capacità recitative efficaci, a differenza di Alessandro Luciano (Roméo), un po’ impacciato nei movimenti e nella gestualità, sebbene non disprezzabile quanto ad abilità canore.
La scenografia, per 5 atti immutata, è servita ad Andrea Cigni per mostrare come una regia sapiente e un accorto uso delle luci possano far dimenticare tale staticità, al tempo stesso invitando il pubblico a concentrarsi su voci e musica. Dal canto suo la direzione orchestrale, per mano e ingegno di Michele Rovetta, ha potuto egualmente contribuire alla realizzazione armonica, sinergica, omogenea e democratica della messa in scena. Nel complesso, dunque, una più che buona co-produzione per il Centro Santa Chiara, le cui prospettive liriche, in epoca di crisi, sono al momento indefinite.