La crisi, i giovani e il banchiere
Questa mattina nella facoltà di Sociologia di Trento si è svolta una conferenza sul tema “Situazione del mondo del lavoro al tempo degli attuali cambiamenti economici e politici” tenuta da Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, una delle maggiori banche italiane, fautrice anch’essa della crisi economica che sta flagellando il paese. Questo personaggio è stato liquidato dall’Unicredit Banca con un bonus di 40 milioni di euro. È disarmante il fatto che sia un banchiere a venire a parlarci di crisi e di soluzioni alla precarietà sul mondo del lavoro. Ancora più assurdo è il fatto che queste conferenze vengano tenute in università e in special modo nella facoltà di Sociologia, tradizionalmente luogo di critica e di visoni alternative. In un’università libera e critica, dove si può esprimere il proprio dissenso, non è accettabile il fatto che sia un signorotto della finanza globale a parlare di crisi.
La contestazione al banchiere e alla lobby universitaria non è mancata: un gruppo di studenti del collettivo Trento Anomala ha volantinato in maniera massiccia all’entrata dell’aula e appeso uno striscione recitante “I banchieri ci spiegano la crisi? C’è Profumo di truffa”, spiegando le proprie ragioni e contestando l’evento tenuto nella facoltà.
A parlare di crisi e di soluzioni ad essa devono essere coloro che la vivono e la subiscono ogni giorno, nelle facoltà, nei posti di lavoro e nei luoghi di socialità che attraversano.
Anche “l’isola felice” trentina non è immune dalle conseguenze che la manovra finanziaria provoca; la costruzione dell’alternativa deve partire dalla collettività, dal territorio, ragionando da un lato su come cacciare le lobby e la casta politica che non è più in grado di governare il paese; dall’altro deve saper immaginare una gestione comune dei beni partendo dal basso, per un futuro degno, non fatto di miseria e precarietà.
Con questa iniziativa gli studenti e le studentesse rilanciano l’appuntamento per il 15 ottobre a Roma, al grido “Que se vayan todos!”, per costruire un futuro diverso da quello che le caste prospettano.
Per ora gli studenti attendono che Profumo, come da richiesta fatta questa mattina, devolva i famosi 40 milioni di euro, per contrastare i tagli fatti dalla riforma universitaria.