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Gli exploit del Rettore

Per il Rettore dell’Università della Sapienza di Roma gli studenti che hanno trovato difficoltà a rispondere alle domande quiz sulla grattachecca e altre amenità sono dei “coglioni”. Una volta un linguaggio così triviale si attribuiva ai carrettieri. Oggi che i carrettieri non ci sono più, il trivio è salito ai piani alti della società, sdoganato dal premier e dalle sue televisioni. Allora il Rettore era “il Magnifico”, una figura veneranda, alla quale noi studenti ci rivolgevamo con timore e tremore.

Il Rettore della Sapienza non è nuovo ad uscite del genere. Ricevette in pompa magna all’università Gheddafi e gli espresse pubblicamente ammirazione per le sue belle amazzoni, aggiungendo che doveva contenersi per la presenza della moglie.

Aveva intuito l’uso che ne faceva il tiranno e ne provava invidia È lo stesso Rettore che ha sistemato nel suo Ateneo tutta la sua famiglia: dalla consorte ai figli. Il suo colpo d’ala fu l’invito al papa ad inaugurare l’anno accademico, come se invece di una università statale e laica, fosse una scuoletta confessionale. Provocò una sollevazione studentesca.

Se si pensa che la sua è una carica elettiva, votata dal Senato Accademico, viene da domandarsi in che mani sia finita la cultura italiana.

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