Bluff o nuovo statuto?
Il segretario della SVP propone l’autonomia integrale: una cosa seria o l’ennesima trovata per compattare l’elettorato?
Forse non è un caso che il giorno dopo la decisione della maggioranza di sopprimere le Province, il segretario politico, della Svp, Richard Theiner, abbia presentato al partito riunito in seminario un documento in sette punti dal titolo “Il Sudtirolo sulla via dell’autonomia integrale”. Vi si legge che il secondo Statuto d’Autonomia non è il punto di arrivo, ma la base di partenza dello sviluppo dell’amministrazione autonoma. Invece di inseguire slogan irrealistici, come lo spostamento dei confini e l’erezione di nuovi confini nell’Europa centrale, scrive Theiner pensando alla propaganda secessionista dei tre partiti della destra nazionalista, si deve puntare alla Vollautonomie, l’autonomia integrale. Che prevede l’assunzione di tutte le competenze amministrative e legislative, esclusa la moneta, la difesa, e la politica estera (ha dimenticato la giustizia) e la trasformazione di quelle concorrenti in primarie. “Senza esagerare, possiamo dire che la Provincia di Bolzano amministra tutte le competenze meglio dello stato” ha dichiarato l’Obmann.
Il documento prevede anzitutto l’abolizione del consiglio e della giunta regionale. “Tutte le competenze legislative e amministrative devono passare alle due Province autonome. Al ruolo di rappresentante della Regione si alterneranno i due presidenti delle province”.
Poi si chiede la competenza primaria in materia finanziaria: la provincia di Bolzano stabilisce le imposte dirette e le tariffe, e le incassa. “Col governo di Roma - si legge - si concorderà quanti mezzi finanziari la Provincia dovrà allo Stato per le competenze statali”. Si prevede la creazione di sezioni composte pariteticamente presso il Consiglio di stato e la Cassazione e più diritti ai ladini. Nella proposta si parla anche di più autonomia ai comuni, “se saranno in grado di esercitarla”. Forse un contentino ai due cosiddetti “ribelli”, gli ex-sindaci Schuler e Noggler, che avevano presentato al consesso Svp il loro documento per il rinnovamento radicale del partito, messo per ora da parte.
Le reazioni sono state prevedibili. Autodeterminazione, via da questo stato fallimentare, sono i commenti delle destre sudtirolesi. I partiti italiani, privi di progetti politici, si sono divisi fra quelli di governo, cautamente favorevoli, salvo una certa perplessità verso l’ipotesi di sostituire carabinieri, polizia e guardia di finanza con una polizia locale, e l’opposizione di destra, i cui esponenti, non ancora riavutisi da un sondaggio che li vede crollare nell’ipotesi di voto, si sono dichiarati certi che il governo non cederà altre competenze. L’esperienza finora fatta tuttavia non dà loro ragione, e i parlamentari Svp stanno da tempo trattando con la maggioranza di governo, nell’ambito della strategia delle “mani libere” (in italiano: Francia o Spagna, purché se magna).
Diversi osservatori si chiedono quali siano le reali intenzioni di Theiner e della Svp. Il documento ha l’aria di una proposta elettorale, che cerca di rispondere alle critiche interne ed esterne, per l’assenza di visioni per il futuro, e per gli scandali delle fiduciarie. E appare una risposta all’offensiva della destra sudtirolese, e insieme alle paure causate dalla crisi in Italia.
Il documento di Theiner non è comunque frutto di una riflessione e non si tratta di una sua nuova “visione”: riprende parola per parola il documento della cosiddetta Neue Mitte, fondata da esponenti della Svp quasi tutti della destra del partito (Hans Benedikter, Willeit, Ellecosta, Pahl, Hosp), che nel 1991 e poi nel ‘92 proposero l’Autonomia integrale come ulteriore meta o forse piuttosto come alternativa alla chiusura del pacchetto. “Un progetto rispolverato” ha ironizzato acutamente Cristoph Franceschini della Tageszeitung.
La gente sui giornali e nei Gasthäuser brontola che l’amministrazione non sempre è diversa da quella “italiana”. Tre esempi. La Svp non ha mai voluto attivare le competenze provinciali che ha da quarant’anni in materia di lotta all’evasione fiscale; i comuni subiscono un forte centralismo e sono privati perfino delle competenze in materia urbanistica previste dalla Costituzione; le ingiustizie fiscali sono sparse in mille commi di legge: ai privilegi dei melkende Bauern (i contadini che mungono (la collettività anziché le mucche), liberi da ogni imposta, si è aggiunta in luglio una norma per cui le multe pagate da contadini, artigiani e industriali, nel caso di abusi edilizi, saranno un terzo rispetto a quelle del normale cittadino (35,5 per mq invece di 88,75). Iniquità molto “italiana”, spudoratamente contraria al principio di eguaglianza.
Theiner, che aveva debuttato come Obmann con un appello all’autodeterminazione, conclude: “Il consenso deve essere cercato in tutti e tre i gruppi linguistici, sulla base della ragione, del rispetto reciproco e dell’elaborazione degli obiettivi comuni”.
Per ora la Svp ha affidato l’approfondimento della proposta a un gruppo di lavoro interno, composto da tre suoi parlamentari, dal capogruppo provinciale, oltre che dallo stesso Obmann e dai suoi vice. Entro un mese la commissione dovrà presentare il risultato al direttivo del partito. Poi si vedrà se tutti saranno chiamati a condividere le decisioni per il futuro o se sarà la solita trovata per litigare e ricompattare l’elettorato.