La cronaca e i fatti
A proposito dei danni arrecati allo stanzone del Centro Sociale da parte dei ragazzi del "Cirano" (vicenda tanto enfatizzata dai giornali, soprattutto da L’Adige), così ricostruisce la vicenda uno dei coordinatori: "La stanza ci era stata assegnata priva di sedie, tavoli o scaffali. Il Comune ci aveva dato solo i muri. Così l’abbiamo arredata con il volontariato di tutti: ognuno ha portato qualsiasi cosa che poteva essere utile. Quando siamo stati sfrattati, abbiamo sparso la voce di venire a riprendere quello che serviva, ma ci siamo regolati male con i tempi. Allora abbiamo riconsegnato le chiavi al Comune e, nello stesso tempo, abbiamo lasciato la porta del Centro aperta, in modo che potesse essere possibile per i proprietari riprendersi la roba. E’ successo che durante la notte, qualcuno è entrato e, forse deluso, forse arrabbiato, ha messo in disordine la stanza e, tra l’altro, ha preso i bicchieri e li ha spaccati per terra. Peccato, ci potevano servire ancora. Effettivamente abbiamo fatto un po’ una cazzata, anche se danni strutturali non dovrebbero essercene’.
Il consigliere comunale di AN Enrico Pappolla, riportato sul- l’Adige, dice che l’amministrazione ha speso 30 milioni per ren- dere abitabile la stanza. Per quel che è riuscito a scoprire il cronista, si è dovuto sistemare una latrina e mettere a norma l’impianto elettrico. La volta prossima, mi offro di farlo io per la metà di quella cifra.
Infine la cronaca di Osvaldo M., dipendente del Comune: ‘Ave- vo lasciato la mia macchina di fronte al Laboratorio per due giorni, perché era guasta. E’ una vecchia Golf scassata, ma a me va bene lo stesso. Quando vado a riprenderla, trovo due gomme squarciate. Ho subito pensato che fossero quei teppisti del Laboratorio, perché così li dipingevano i giornali. Ero veramente furibondo, ma subito dopo è stato chiaro che i ragazzi non c’entravano nulla. Adesso io non so chi sia stato, però è vero che loro avevano ricevuto minacce, e che sulla mia macchina sono state tracciate svastiche. Credo che qualcuno abbia scambiato la mia macchina per quella di qualcuno che frequentava il laboratorio. Da allora ho mantenuto un buon dialogo con i ragazzi, sono stato ad alcune loro mostre, e li considero delle brave persone: non sono assolutamente quei dementi che sono stati dipinti".