Consigli per un “addestramento” efficace
Come distinguere un volatile da richiamo, come fregarlo, cosa fare se non canta
Come distinguere un volatile da richiamo? Prendiamo l’esempio del tordo: poiché canta solo il maschio e i sessi della specie non presentano un dimorfismo evidente, è necessario individuare il maschio attraverso un’esplorazione interna. Ce la illustra un manuale per cacciatori: “Si prende il tordo e dopo avergli tolto un po’ di penne dal ventre si fa con il bisturi un taglio trasversale al termine delle costole, appena al di sotto del peritoneo. Con una spatola di legno si scostano gli intestini per poter esplorare il fondo del torace. Proprio contro la schiena, al di sotto dei reni, se l’animale è maschio, si scorgeranno due ghiandole nere che sono gli organi genitali. Compiuta l’operazione si ricuce il ventre con filo di seta”.
Come si ottiene un buon risultato? Si provoca al volatile individuato una muta indotta spennandolo con cura in modo che, nel periodo di apertura della caccia, il sopravvissuto si ritrovi un bel piumaggio nuovo e, credendo erroneamente di trovarsi nella stagione degli amori, si metta a cantare a squarciagola.
Come fregarlo? Due - tre mesi prima del tempo di caccia, poco per volta gli si riducono artificialmente le ore di luce giornaliere in modo da fargli credere di essere in inverno: rimarrà tranquillo senza cantare. In autunno, ad apertura della stagione venatoria, si fa il contrario e lui si convincerà di essere in primavera, stagione degli amori: subito si metterà in cerca di femmine emettendo cinguettii d’amore e a difesa del territorio.
Come fare se, per puntiglio, non canta? Potete accecare l’ingrato con uno spillino, legargli le ali, tirargli con asprezza le penne della coda, torcergli la testa, mutilarlo, serrarlo nella mano ovvero sottoporlo a sevizie che lo costringano a cinguettare. Se insiste nel suo ostinato mutismo, potrete sempre consolarvi procurandovi farina gialla e un paiolo pieno d’acqua.