Hanno detto...
Stefano Ravelli, ispettore delegato dalla Lega nazionale del le cooperative e mutue alla revisione della C.S.C., il 26 settembre 1997, riportata in parte da L’Adige del 5.11.1997: "Dall’analisi del conto economico è possibile evidenziare come gli oneri finanziari siano aumentati dal 31.12.95 al 31.12.96 di circa il 65,6% (si è verificata una crescita pari a 837,8 milioni). Si presume che anche nel corso del 1997 si verifichi questa situazione (…) La cooperativa ha svolto per alcune iniziative una sorta di attività immobiliare, acquistando immobili o terreni, pur mancando i soci interessati alla prenotazione, per poi cercare di cederli ad altri soggetti, rimettendoci a volte quanto anticipato (…) Dalle analisi effettuate si può concludere che molti sono stati gli errori di valutazione che la cooperativa ha compiuto nel corso degli ultimi anni" (qui e nei brani seguenti, la sottolineatura è nostra, n.d.r.).
Roberto Menegaldo, Presidente C.S.C., 21 febbraio 1998, lettera ai soci: "Avrete probabilmente ricevuto una lettera firmata da un fantomatico Comitato per la salvaguardia della Cooperativa. (…) E’ sempre più evidente che alcuni Soci che vigliaccamente lanciano accuse nascondendosi dietro improbabili sigle, in realtà stanno lavorando per affossare la nostra Cooperativa pensando (…) che l’azzeramento degli organismi statutari (commissariamento) o la liquidazione coatta della Cooperativa possa portare benefici insperati. I debiti sono una realtà ed è fuori discussione che la responsabilità ricade su coloro che hanno amministrato la Cooperativa negli anni durante i quali questi debiti si sono creati".
Consiglio di amministrazione C.S.C. ai soci, novembre 1998: "Ognuno (dei soci, n.d.r.), indipendentemente dal periodo storico in cui decide di acquistare l’alloggio e di andarsene dalla Cooperativa, deve contribuire a risanare il deficit con l’unica eccezione dei soci assegnatari dei quattro nuovi interventi (Nomi2, Borino di Povo, Rovereto Palazzina "Gisella", Sardagna)"
Consiglio di amministrazione C.S.C. ai soci, 31 maggio 2000: "Se non fosse raggiunto un congruo numero di adesioni (alla proposta di acquisto dell’alloggio, da sottoscrivere entro il 15.6.2000, n.d.r.), tale da inficiare il piano di risanamento predisposto dal Consiglio di amministrazione, si renderebbero inevitabili le dimissioni dello stesso, con la quasi certezza, a fronte dell’impossibilità di pagare i debiti, della liquidazione coatta della Cooperativa. Le conseguenze da tale ultima ipotesi, crediamo siano per tutti immaginabili perché condurrebbero alla liquidazione del patrimonio (le case) per pagare i debiti e quindi la perdita degli alloggi da parte della Cooperativa e dei soci" .
Menegaldo al Consiglio di amministrazione, al Collegio sindacale, ai soci della C.S.C, alla Lega delle Cooperative, 24 giugno 2000: "Con la presente intendo rassegnare le mie dimissioni irrevocabili e con effetto immediato, dalla carica di Presidente del Consiglio di amministrazione e da componente del Consiglio stesso" (…) dopo la pessima amministrazione di coloro che mi hanno preceduto, che è sotto gli occhi di tutti, causata in primis da coloro che hanno governato la cooperativa, ma anche da chi aveva il dovere di controllare e non lo ha fatto, a partire dalla Lega per arrivare alla P.A.T., non posso dire di aver ricevuto alcun aiuto concreto nell’opera di salvataggio, anzi in qualche caso sono stato intralciato".
Volantino firmato da due soci, giugno 2000: "E’ sconcertante che ad oggi nessuno risponda e paghi per i danni arrecati sul piano economico, sociale, morale. E’ sconcertante che la Provincia, la quale ha finanziato con soldi pubblici la C.S.C., sia assente e non si preoccupi di come sia stato speso il denaro."
Menegaldo, intervista a L’Adige, 8 luglio 2000: "La soluzione dell’acquisto dell’alloggio ci sembrava la più vantaggiosa per i soci in quanto venivano in possesso dell’appartamento con una quota complessiva inferiore a quella di mercato (…) Così se non si trovano i soldi con la vendita degli immobili, si deve aumentare il canone di godimento".
Soci dissidenti C.S.C. lettera aperta ai cittadini, 5 ottobre 2000: "Nessuno sforzo è stato fatto per indagare dove sono finiti 14 miliardi dei debiti e di chi sono le responsabilità".