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Riva: una palazzina in giardino?

Paolo Barbagli

La notizia è questa. Dopo la pubblicità  creativa e la finanza creativa, in riva al lago di Garda è sbarcata l’urbanistica creativa. Il motivo è presto spiegato: visto che oramai il territorio è già tutto occupato, e rinvenire un’area fabbricabile è più difficile di uno sbarco su Marte, i Soloni dell’urbanistica rivana hanno deciso di rendere edificabili i giardini e gli orti. Sì, avete capito bene, proprio quei fazzoletti di verde dove la primavera seminiamo un po’ di insalata o di ravanelli, e magari li abbelliamo con qualche tulipano.

I fatti, in estrema sintesi, sono questi. Chi, come il sottoscritto, ha superato la quarantina, non può non ricordare la leggendaria figura del preside Torboli, Preside della Scuola Media Scipio Sighele per non so quanti anni, alto un soldo di cacio ma in grado di terrorizzare, con urla e sfuriate da far rizzare i capelli, i ragazzini un po’ troppo monelli. Ebbene, il preside Torboli abitava in una villetta in viale Trento, praticamente di fronte all’allora Casa Cantoniera dell’ANAS, che aveva intorno un bel giardino-orto con numerosi alberi (olivi, noccioli, ciliegi, abeti e faggi) che lui stesso coltivava. E che ha coltivato con passione fino a qualche anno fa, fino a quando il piccolo preside, ormai molto anziano, ci ha definitivamente lasciati.

E ora, su quel piccolo appezzamento-giardino a sud della villetta, da qualche giorno sono al lavoro le ruspe di una immobiliare di Malcesine (Isotta Srl) per costruirvi una palazzina di tre piani (più uno interrato) con ben 12 unità  abitative, con una regolare licenza edilizia datata 2.5.2006.

Licenza edilizia concessa in virtù di un escamotage urbanistico, che classifica tale area come "lotto libero", cioè a sé stante rispetto al lotto edificato a nord. E ciò sulla base di una nota (del 24 novembre 2004) del responsabile comunale alla gestione del territorio (settore 7), che la classifica tale sulla base di un rilievo fotografico (eseguito nel 1997) e di un sopralluogo (del 18.4.2004), dal quale l’area in oggetto risulterebbe del tutto autonoma e recintata rispetto all’edificio esistente. Circostanza che però sembrerebbe smentita dall’esame dello stesso rilievo fotografico, eseguito da un tecnico di parte, e dalle numerose testimonianze dei vicini. Circostanza, altresì, che pare ininfluente sulla possibilità  di edificare in un giardino di pertinenza di una abitazione, anche se recintato, come dice l’art. 5 delle Norme Tecniche di attuazione del P.R.G. vigente che definisce il cosiddetto "lotto libero".

Pertanto, al di là  della legittimità  di tale atto e dell’intero iter della concessione edilizia, sulla quale quasi sicuramente sarà chiamata a pronunciarsi la Magistratura, intendiamo denunciare alla pubblica opinione questo ennesimo salto di qualità  nell’imbarbarimento urbanistico della nostra zona, nonché le pesanti responsabilità  politiche dell’Amministrazione pubblica, che ancora una volta si dimostra più sensibile alla pressione edificatoria che alla salvaguardia degli ultimissimi fazzoletti verdi.

Paolo Barbagli,
presidente degli Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro