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Disboscamenti: il caso di Villa Margone

Italia Nostra

Nello scorso dicembre la Sezione Trentino Alto-Adige del WWF esprimeva sugli organi di informazione locali viva preoccupazione per i frequenti episodi di disboscamento per cambio di coltura, ossia per ricavare superfici agricole.

Apprensione motivata da deturpamenti paesaggistici, come quello ben visibile a monte del Castello di Monreale a Faedo, o quello a valle di Castel S.Gottardo a Mezzocorona, da perdita di preziosi ed unici patrimoni naturali, come quella dovuta all’abbattimento di un castagneto secolare in località Maso Ben di Arco, o da squilibrio idrogeologico con conseguenti gravi smottamenti, come quelli che hanno investito negli anni scorsi Romagnano ed un convoglio della Trento-Malè a Mollaro.

Partendo da queste considerazioni e ricordando questi episodi negativi il WWF esprimeva infine la propria contrarietà all’intenzione dei proprietari di Villa Margone di Ravina, i fratelli Lunelli dello Spumante Ferrari , di disboscare un’ampia area a monte della Villa per ricavare vigneti.

Il WWF ricordava il particolare pregio del bosco in esame ed auspicava che il complesso villa-parco-bosco rimanesse intatto.

A questa richiesta venne dato un forte risalto sulla stampa e prontamente la proprietà, non rinunciando all’iniziativa, dichiarava che avrebbe agito con la massima sensibilità.

A questo punto, la Sezione di Trento di Italia Nostra, condividendo pienamente l’azione del WWF, ritiene oltremodo interessante e decisivo ricordare a quali condizioni e con quali impegni avvenne la donazione del complesso di Villa Margone ai fratelli Lunelli.

In una lunga intervista, concessa dall’allora proprietario barone Teofilo Alessandro Salvadori e pubblicata sul giornale l’Adige il 6 febbraio 1991, egli affermava che suo preciso scopo era quello di assicurare che " 1) il complesso di Villa Margone venga anche in avvenire conservato intatto con il suo prezioso arredo e con il suo splendido contorno paesaggistico di circa 100 ettari di parco e bosco; 2) venga effettuato senza indugio il non semplice restauro degli affreschi della loggia a piano terreno; 3) venga al più presto resa possibile la visita del pubblico alla villa monumentale e l’accesso al parco e bosco in modo da evitare danni all’una e all’altro…".

Per garantire queste condizioni egli aveva deciso la donazione ai fratelli Lunelli, che avevano a lui assicurato " l’integrità e la migliore protezione nel tempo " del complesso di Villa Margone.

Così anche precisava: " Ho sempre ritenuto che chi è proprietario di un gioiello architettonico e paesaggistico come Margone deve sentirsene, più che proprietario, il custode con l’obbligo di provvedere a che fabbricato, arredamenti e paesaggio vengano custoditi e conservati nel miglior modo possibile…".

Sembra quindi a codesta Direzione di Italia Nostra che i Fratelli Lunelli debbano rispettare gli impegni presi al momento della donazione, ossia che il bosco/parco che circonda la villa " venga conservato intatto e reso accessibile al pubblico" anche perché, al di là di questo accordo, è indubbia la particolare bellezza e unicità paesaggistica, naturalistica e storica dell’ambiente che sale senza discontinuità dalla Villa fino alle pendici del Monte Bondone.

La Sezione Trentina di Italia Nostra

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