Trentino: povera cultura!
La Sezione Trentina di Italia Nostra intende manifestare il più totale dissenso per la miope decisione della Giunta provinciale di Trento di ridurre drasticamente a partire dal 2005 le risorse per il Dipartimento Beni e Attività Culturali della PAT, che troverà immediata attuazione con l’approvazione della legge finanziaria. Tale scelta non favorisce certo quella "concezione della cultura come fattore strategico di promozione socio-economica del territorio" o la "valorizzazione della produzione culturale dei territori" di cui parla il Presidente Dellai nella relazione che illustra il bilancio 2005.
La diminuzione di quasi il 2,5% della spesa corrente, unita a quella di quasi il 20,4% della spesa in conto capitale, contribuirà ad indebolire fortemente (per il 2005) e a paralizzare (nel 2007) l’attività di tutela del patrimonio storico artistico del Trentino, ma anche a ridurre le iniziative di promozione culturale programmate da enti pubblici, associazioni e privati.
Le spese per l’intero Dipartimento passeranno dai 62.899.624 euro del 2004 ai 54.826.676 del 2005, con una diminuzione di oltre 8 milioni di euro (-12,83%) e si ridurranno addirittura a 44.860.682 euro nel 2007 (previsioni), con un calo di circa 18 milioni di euro (-28,68%) rispetto all’anno scorso.
Le Soprintendenze per i Beni Architettonici e per i Beni Storico-Artistici risultano le più penalizzate: la prima passa dai 15.372.581 euro del 2004 agli 11.345.861 del 2005 (-26%) fino ai 7.677.548 del 2007 (-50% circa rispetto al 2004); la seconda vede calare le risorse finanziarie da 3.047.662 euro del 2004 a 1.249.809 del 2005 (-59%) ai miseri 852.134 euro del 2007 (-72%).
Tra le voci più interessate dai tagli spiccano il piano d’investimenti per i beni architettonici (prosecuzione degli interventi di recupero e restauro di castelli, palazzi, dimore storiche, forti, ecc.già decisi nel 2004) che passa da 4.779.243 euro del 2004 a 1.410.553 del 2005 (-70%: -3.368.689 euro) e i contributi in conto capitale per il restauro di beni storico-artistici soggetti a tutela (dipinti su tela, su tavola o su altri supporti, affreschi, sculture, ecc) di proprietà di parrocchie, comuni e privati, incredibilmente (e vergognosamente) abbassati dai 2.038.662 euro del 2004 ai 227.800 del 2005 (-89%: -1.810.862 euro).
Aumentano di poco gli investimenti per la Soprintendenza per i Beni Archeologici (+4,5%: +175.286 euro). L’aumento più consistente riguarda le risorse per la catalogazione dei beni storico-artistici, che passano dai 51.000 euro del 2004 ai 331.000 del 2005 (+550% ca.: + 280.000 euro); di questi, 260.000 euro (quasi l’80% del totale) saranno però utilizzati dalla Curia diocesana tridentina per finanziare il progetto di catalogazione dei beni culturali di proprietà ecclesiastica, grazie ad una convenzione PAT-Arcidiocesi che dovrebbe essere firmata nelle prossime settimane.
Per quanto sopra esposto chiediamo ai consiglieri provinciali di incrementare le risorse finanziarie previste per il settore culturale, recuperandole da altri capitoli non altrettanto importanti per la crescita di tutta la collettività trentina.
Sembra oltremodo riduttivo e rischioso affidarsi, come ha dichiarato l’assessore provinciale alla Cultura Margherita Cogo (l’Adige, 11 gennaio 2005) all’assestamento di bilancio 2005 per recuperare le risorse necessarie, oltretutto con importi del tutto insufficienti ("2 milioni in più forse basterebbero": dichiarazioni della Cogo rilasciate al Trentino il5 gennaio).
Per quanto riguarda il d.d.l. n. 87, la sezione trentina di Italia Nostra chiede ai consiglieri provinciali di approvare un emendamento al comma 1 dell’articolo 12 (Costituzione della società "Patrimonio del Trentino s.p.a.") che escluda la possibilità da parte della società per azioni di alienare il demanio storico ed artistico, ovvero di vendere gli immobili di valore storico-artistico di proprietà della Provincia, degli Enti funzionali e degli altri Enti locali. La nostra proposta intende eliminare il rischio di dismissione del patrimonio immobiliare d’interesse culturale esistente in Trentino attraverso operazioni di cartolarizzazione, così come già avvenuto a livello nazionale dopo l’approvazione della Legge n. 410 del 23 novembre 2001 (promossa dall’ex ministro Tremonti) - a cui si rifà chiaramente l’articolo del disegno di legge provinciale! - e della Legge n. 112 del 15 giugno 2002 che ha istituito la "Patrimonio dello Stato s.p.a". Ricordiamo che l’esclusione dei beni culturali da quelli alienabili fu richiesta nel giugno del 2002 anche dal Presidente Ciampi con una lettera ufficiale alla quale il Presidente del Consiglio rispose in modo evasivo.
Ci auguriamo che non accada la stessa cosa anche in Provincia di Trento, ovvero che non cominci anche qui quell’assalto al patrimonio culturale per "fare cassa", così ben descritto da Salvatore Settis, direttore della Scuola Superiore Normale di Pisa nel suo volume "Italia S.p.A" e da Maria Serena Palieri (con contribuiti di Giuseppe Chiarante e Vittorio Emiliani) in "Patrimonio s.o.s: la grande svendita del tesoro degli italiani", cui si rinvia per ulteriori approfondimenti sulla questione.
ing. Paolo Mayr,
Presidente della sezione trentina di Italia Nostra