Le Ong: cosa sono e come operano
O rganizzazioni non governative: Enti privati non-profit indipendenti dai governi, che operano nel campo della cooperazione e solidarietà internazionale.
Quante sono: In Italia 187.
Regolamentazioni: Per poter operare, devono essere riconosciute dal Ministero degli Esteri, che ne valuta consistenza ed operatività.
Campi di attività: Sensibilizzazione dell’opinione pubblica interna sui problemi dei paesi del Terzo Mondo. E progetti di aiuto nei paesi in difficoltà: sia con operazioni tese a contrastare la discriminazione sessuale, o a denunciare violazioni dei diritti umani; sia con progetti di sviluppo nel settore agricolo, ambientale, artigianale, nella formazione e nell’assistenza sanitaria.
"Il profilo del volontario è molto cambiato in questi anni – ci dice la prof. Anna Michelini, consulente dell’Associazione Ong Italiane e docente di Cooperazione allo Sviluppo all’Università di Bologna – La complessità degli interventi ha portato ad una progressiva professionalizzazione: ormai lavorare in un’Ong è un mestiere, praticato da professionisti, sia pure mossi da una notevole carica ideale. E così l’età media si è molto alzata, oggi è sui 33 anni. Ci sono ancora moltissime richieste da parte di giovani, ma è difficile esaudirle, è un lavoro che oltre all’entusiasmo richiede esperienza. Ci si sta orientando verso l’allestimento di stage per preparare i giovani a questo lavoro."
In questa nuova ottica non è più corretto parlare di volontariato in senso stretto. Un operatore delle Ong in genere percepisce uno stipendio, e il Ministero degli Esteri provvede a coprire i contributi previdenziali e assicurativi. Ma il Ministero copre al massimo il 50% delle spese di un progetto, i fondi della Cooperazione italiana sono stati tagliati dallo 0,7% allo 0,2% del bilancio. I soldi sono insomma sempre pochi, i rischi e i disagi tanti: la spinta prevalente è quella ideale, sia nelle organizzazioni di area cattolica come in quelle di ispirazione laica.