Un seggio “rubato”
Al primo turno delle elezioni comunali a Lavis le due coalizioni di centrodestra e centrosinistra hanno praticamente pareggiato intorno al 45 %; inoltre Lavis Progressista ha preso il 5,5 %, la Lega il 3%. I voti di Lavis Progressista diventavano quindi necessari per vincere il ballottaggio. Subito sono inziate la trattative con l’alleato naturale, il centrosinistra: piena convergenza su alcuni punti significativi, nessun attrito, accordo fatto, insomma, sembrava.
Ma arriva l’altolà dei "moderati" della Margherita, che vedono ancora nella lista di Italo Giongo i diavoli di Rifondazione: tre giorni di frenetiche riunioni, al termine dei quali i duri e puri del partito che ha espresso il candidato sindaco Consoli (che sui propri manifesti aveva scritto lo slogan "Lavis ha bisogno di dialogo": della serie Oggi le comiche) impongono il loro diktat a tutta la coalizione, compresi i DS di Tomasin e i verdi di Forrer-Pallante. Finisce così che, per un’astrusa norma di una legge elettorale che più iniqua non si può, Lavis progressista perde il seggio che al primo turno aveva guadagnato, ovvero quei 5 e passa per cento di lavisani che hanno scelto Lavis Progressista non saranno rappresentati in Consiglio comunale da nessuno.
E’ una vergogna, un vero furto legalizzato!