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Cirio: le banche sapevano!

Centro Tutela Consumatori, Bolzano

La relazione del Collegio sindacale all’assemblea dei soci della Cirio Finanziaria parlava chiaro: "Detti prestiti (obbligazionari, n.d.r.) in forza del loro regolamento erano obbligatoriamente destinati solo ad investitori istituzionali e ne era preclusa la vendita cosiddetta retail" (cioè ai clienti privati). Non si capisce come detto passaggio, chiaramente esposto in una relazione del Collegio sindacale della Cirio non sia sufficiente a dimostrare che le banche potevano e dovevano sapere già al momento della pubblicazione dei regolamenti dei prestiti che tali titoli non potevano essere collocati presso la clientela privata.

La notizia diffusa nei giorni scorsi che la Banca Popolare dell’Alto Adige è stata denunciata alla Procura della Republica da due suoi clienti, ai quali erano stati venduti dei bond Cirio, ripropone il discorso circa la responsabilità delle banche nel collocamento di tali ed altri titoli (vedi bond argentini) presso la clientela.

Presso il nostro Centro sono ormai decine le segnalazioni di persone coinvolte nel "default Cirio"; altrettanti e addirittura più numerosi quelli riguardanti il "default Argentina". Per entrambe le situazioni e per almeno un certo numero di casi, quelli degli anni più recenti, vari consumatori stanno prendendo contatto con gli studi legali per l‘avvio di cause nei confronti degli istituti collocatori. Avviata è anche la valutazione circa la fattibilitá di cause collettive.

Per quanto riguarda il discorso se una banca sia più responsabile nei confronti dei propri clienti, a seconda che abbia allegramente scaricato a questi i titoli spazzatura detenuti nel proprio portafoglio oppure che abbia fatto da semplice mediatrice nel collocamento degli stessi, un dato ci appare comunque debba essere sempre valutato, quello della verifica se la banca abbia rispettato o meno le norme sull‘intermediazione previste dal Testo Unico Finanziario e dalla normativa CONSOB.

In merito si ricorda l’assoluta necessità del rispetto di ciascun intermediario di alcuni principi fondamentali in materia:

1. quello dell‘analisi accurata delle reali volontà del cliente al momento dell‘acquisto di valori mobiliari;

2. quello del rispetto del principio della "adeguatezza dell‘operazione" al profilo di rischio e di esperienza comunicato dal cliente alla banca;

3. quello del rispetto dei principi di correttezza e buona fede che deve caratterizzare il rapporto fra banca e cliente;

4. quello dello svolgimento da parte della banca di una gestione "sana e prudente, che adotti misure idonee a salvaguardare i diritti dei clienti sui beni affidati".

Il nostro Centro ha già verificato in numerosi casi il non rispetto da parte delle banche di tali fondamentali principi che regolano il rapporto di intermediazione finanziaria. E’ evidente che il mancato rispetto di tali basilari principi comporti la responsabilità della banca per gli eventuali danni patrimoniali provocati ai propri clienti e di questo ciascun giudice dovrà tenere conto nell’analisi del singolo caso.

Un dato comunque è certo: dopo gli scandali Argentina e Cirio molti utenti bancari locali manifestano senza mezzi termini la loro delusione e la loro rabbia nei confronti delle banche: i casi di malagestione finanziaria e di gravi errori di valutazione sono ormai centinaia anche nella nostra Provincia. Il nostro Centro invita tutti coloro che si ritengono malconsigliati a farsi avanti per valutare l‘avvio di azioni di responsabilità nei confronti degli istituti.