L’assessore Panizza e il teatro di Pergine
Probabilmente l’assessore Panizza ha ascoltato i consigli che gli davamo nell’articolo dell’ottobre scorso relativo all’ipotesi di realizzare il nuovo Teatro Tenda di Pergine. Gli suggerivamo di stare “attento alle cattedrali nel deserto e alle costruzioni sovradimensionate”, come si configurava il faraonico e costosissimo progetto del teatro ubicato al Parco Tre Castagni a ridosso dell’Istituto “Marie Curie”.
Ci eravamo lasciati con un sindaco Corradi indaffarato nel preparare la festa della posa della prima pietra e che rispondeva al comitato contrario all’opera, che aveva raccolto più di 2500 firme di cittadini in attesa di risposte convincenti e che ormai il progetto era già stato approvato e finanziato. L’ennesimo precipitoso ottimismo di un’amministrazione comunale che si è vista bocciare altre iniziative ormai date per scontate, ma poi (fortunatamente) affossate dalla stessa maggioranza consigliare.
Nei primi mesi di quest’anno, tuttavia, anche i più strenui difensori del teatro (2000 posti previsti, torre scenica di 29 metri, 6 milioni preventivati) cominciavano a fiutare che l’aria era cambiata, sprecandosi in “Vedremo, il progetto non è definitivo, riconsidereremo i costi, sentiremo le esigenze della popolazione, ascolteremo i rilievi della Provincia”. Sì, perché la terza Commissione provinciale doveva pronunciarsi sulla petizione popolare e su una interrogazione dei consiglieri del PD Nardelli e Zeni che chiedevano lumi sulla vicenda. Ebbene, la relazione della Commissione, approvata all’unanimità il 31 maggio, è stata perentoria: occorre un “ripensamento delle scelte” perché, come ha detto il presidente Bombarda, siamo di fronte a una “errata localizzazione dell’opera che appesantirebbe il centro storico di un notevole flusso di traffico, aggravato da problemi di parcheggio, e collocherebbe accanto a strutture di servizio attività aventi un certo impatto acustico. Sarebbe pertanto preferibile individuare a Pergine un altro luogo più adatto. La pianificazione economico-finanziaria sarebbe inoltre insufficiente e farebbe temere l’insorgere di possibili difficoltà gestionali successivamente alla costruzione del teatro”. Insomma problemi di ubicazione e costi. Tutto sbagliato, tutto da rifare.
Ma i fautori del progetto non demordono, anche se Oss Noser, direttore di PSA, usa toni perentori: “La Provincia ci dica se il finanziamento è confermato o se vuole un teatro più piccolo”.
Ritorniamo così a Panizza. Che, in veste di mediatore tra se stesso e il Comune di Pergine, dichiara che i soldi ci sono, con la clausola della presentazione di un nuovo progetto, più a misura della città che dell’ambizione dei vari direttori e sindaci.