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Strage di cornacchie? Ragioniamo...

Luigi Francesco Traverso

Ho letto dell’uccisione di cornacchie avvenuta in Valsugana. Ho letto anche dell’indignazione di alcuni cittadini sul metodo di soppressione di questi animali. Premetto che non sono né sono mai stato cacciatore e che in vita mia ho ucciso una gallina perché me lo chiese la perpetua del mio parroco e voglio anche dire che rispetto gli animali.

Fatte queste premesse, vorrei ora che si ragionasse sul problema degli equilibri della natura.

Con l’avvento delle conquiste tecnologiche e con l’evolversi degli usi e dei costumi, di pari passo con l’evoluzione del mondo animale sono venuti meno i parametri che la natura autonomamente si era posta. Non esistono più predatori, i cacciatori che un tempo cacciavano per procurarsi il cibo si sono estinti e la natura, da sola, non è in grado di mantenere i propri equilibri. Ciò avviene con le piante come con i fiumi e con gli animali.

Certamente i correttivi agli atavici equilibri si rendono necessari proprio a causa dell’antropizzazione del territorio e quindi i fiumi troppe volte vengono costretti in angusti alvei per una forma assurda di protezione di aree assurdamente destinata all’urbanizzazione, i prati che servono per il foraggio vengono sottratti alle foreste ed il proliferare incontrollato degli animali selvatici ha bisogno di un contenimento che tenga conto dell’ampiezza del territorio disponibile e della presenza sullo stesso di più o meno animali.

La soluzione non può che essere quella di ridimensionare quelle specie che sono esuberanti rispetto al territorio e ciò, visto che mancano i predatori naturali, non può che avvenire per mano dell’uomo.

Adesso dobbiamo quindi ragionare sui metodi. A dire il vero, non mi piace che gli animali vengano uccisi, ma vorrei che qualche esperto mi spiegasse come si possono ridurre in altra maniera non cruenta.

Faccio un esempio per tutti. A Civezzano, dove io vivo, c’è un robusto volo di colombi che spadroneggia sui tetti ed in ogni luogo. Probabilmente, visto che si tratta di colombi cosi detti “di città”, saranno magari arrivati, per opera dell’uomo, da qualche centro urbano che ne aveva in eccedenza ed ora, visto che non esistono predatori, i piccioni, che nidificano con due uova per ogni mese, si moltiplicano in maniera esponenziale, tanto da procurare problemi alla manutenzione di tetti e grondaie. Mi chiedo e chiedo agli esperti come si può limitare la presenza di detti volatili.

Stiamo diventando un paese strano. Si permette la caccia alla lepre che, se non fosse per i continui e ripetuti ripopolamenti, sarebbe in via di estinzione e ci indigniamo se animali che sono presenti in maniera esuberante vengono ridimensionati.

Proviamo a ragionare: non vorrei che si creasse il comitato per la difesa della zanzara tigre o della processionaria.

Commenti (2)

Luigi Francesco Trav

Caro Gianfranco,
che bella cosa vedere che l'equilibrio si consolida.
Non tanto una caccia spietata e ad alzo zero ma una modulazione delle esigenze e tutto andrebbe sicuramente meglio.
Cordialità
luigi francesco traverso

gianfranco

avete mai visto come le vostre amate cornacchie,distruggono i nidi di tutte le specie che hanno la sventura di essere notate dalla loro grande e sapiente vista.passeri,fringuelli,cardellini,tortorelle etc.etc.non si vedono piu' da queste parti,ma io do'a loro una caccia spietata,perche' sono degli uccelli distruttivi.grazie
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