Itinerari Jazz
Jazz da leoni
Itinerari Jazz di quest’anno piace, eccome. Si parte a colpo sicuro con Franco D’Andrea, accompagnato, nella prima parte dello spettacolo, dall’eccellente Zeno de Rossi alla batteria, Andrea Ayassot al sax alto e Aldo Mella al contrabbasso. La musica che ne esce è un logico susseguirsi di suoni, in un dialogo che porta alla riscoperta del suono stesso in tutte le sue sfumature. Nella seconda parte salgono sul palco Mauro Ottolini al trombone, Daniele D’Agaro al sassofono, Han Bennink alla batteria, che raccolgono il lavoro di sperimentazione svolto da chi li ha preceduti, ritornando a un jazz più fluido. Han Bennink in particolare è incontenibile, suona qualsiasi cosa gli capiti per le mani, la sua presenza scenica è fortissima e contribuisce a coinvolgere un pubblico soddisfatto.
Meritevole anche il secondo appuntamento. Quando si ascolta un pezzo di Coltrane, può capitare che ci si chieda chi stia rivestendo il ruolo di “strumento”, l’uomo o il sax. Domanda che ritorna prepotente di fronte all’immenso Joe Lovano e al Joe Lovano Us Five, noto al pubblico per l’album “Bird Songs”, di cui vengono riproposti molti brani. Il concerto si conclude con una vera e propria ovazione per il quintetto.
Apprezzatissima anche la terza serata, che vede salire sul palco dell’Auditorium S. Chiara Franco Ambrosetti con la sua inseparabile tromba, accompagnato da un quartetto d’eccezione: Geri Allen al pianoforte, Abraham Burtun al sax tenore, Heiri Kaenzig al contrabbasso, Nasheet Waits alla batteria e il figlio Gianluca al sax alto. Sottolineati da generosi e calorosi applausi gli assoli di tutti i componenti, che allo stesso tempo sanno fondere i loro talenti, regalando al pubblico estasiato ballate, swing e jazz classico di alto livello.