Cime tempesose
E la politica?
La 17enne prostituta del bunga bunga trentino così risponde alla - balorda - domanda “Che obiettivi hai per il futuro?”: “Vorrei andare a Milano. Mi sento portata per il cinema e lo spettacolo”.
(L’Adige, 12 marzo)
Una Ruby per tutti
“Compri formaggi del Consorzio e vinci la colf per un anno”.
(Trentino, 12 marzo)
L’integrazione nel prosciutto
Qualche settimana fa la Lega inaugurava una nuova sede a Malnate, un piccolo paese del Varesotto. Cerimonia delle grandi occasioni alla presenza del sorridente ministro Maroni. Perché? la nuova sezione sarà guidata da Hajer Fezzani, nata in Tunisia. Un esempio di come la Lega non sia razzista: la signora infatti veste di verde padano, è ghiotta di prosciutto e ha lavorato il 17 marzo, giorno della festa per i 150 anni dell’unità d’Italia. Sembra che tra i requisiti per essere un buon leghista ci sia anche quello di mangiare il prosciutto! E se uno fosse vegetariano? In Padania non guardano al colore della pelle dunque: ma intanto la base leghista di Malnate preferisce non parlare...
E l’Inquisizione?
“È la cultura atea che ha cercato di contrapporre Galilei e la fede”.
(risposta dello scienziato iper-cattolico Antonio Zichichi in un’intervista al Trentino del 19 marzo)
Gli Alpini a Lepanto. Con Gubert cappellano militare.
Prima di congedarsi dalla presidenza dell’Associazione Alpini del Trentino, Giuseppe Demattè aveva osato dire che la triade “Dio, Patria, Famiglia” rappresenta un richiamo a valori “reazionari” e addirittura che bisognava eliminare dalla Preghiera dell’alpino la strofa in cui si recita: “Dio rendi forte le nostre armi contro chiunque minacci la nostra millenaria civiltà cristiana”. L’affronto non sfugge all’autonominato grande inquisitore dell’ortodossia cattolica trentina, il professor Renzo Gubert. In un intervento indignato pubblicato sull’Adige del 15 marzo si legge: “Perché gli alpini non dovrebbero più impiegare armi? Perché il loro ruolo di difesa della nostra civiltà da chi la minaccia non sarebbe attribuibile agli alpini? Perché il fatto che la nostra civiltà, essendo cristiana, non meriti che sia difesa? Il ruolo della difesa con le armi è dovere sancito dalla nostra Costituzione. Se storicamente alle porte di Vienna, a Lepanto, in Francia non si fossero impiegate le armi in difesa della nostra civiltà cristiana, ora saremmo nelle condizioni del Maghreb o del Medio Oriente, tutti mussulmani, tranne piccole minoranze oppresse”. Insomma, bisognerebbe riscrivere la storia degli alpini. E magari anche il Vangelo, togliendo qualche passo troppo pacifista o qualche episodio in cui Gesù deplorava la violenza anche nel frangente del suo arresto. Cosa ne dice, professor Gubert?
Vent’anni e non sentirli
Il 4 marzo l’Adige festeggiava il ventesimo anniversario della Lega Nord del Trentino con un’intervista al capogruppo provinciale Alessandro Savoi, uno dei seguaci della prima ora di Bossi della nostra provincia. Con orgoglio Savoi rivendica la sua militanza. Ma la parte più interessante dell’intervista sono le domande di Maria Luisa Patruno, già la Torquemada dei giornalisti trentini e spauracchio per i politici (tranne Dellai), che ora sembra trasformarsi in una supporter del Carroccio.
Così scrive la giornalista: “E già allora, nella conferenza stampa di debutto, Savoi e Zanotelli parlavano di federalismo, della competenza sull’energia e di immigrazione. Temi ancora attuali”. E ancora: “Savoi invece c’è sempre. Però, a differenza di altri, che sono stati più volte consiglieri provinciali e parlamentari, lei non ci ha guadagnato molto dalla politica e dalla militanza nella Lega. Finora ha più dato che preso: chi glielo ha fatto fare?” Insomma, correte a Cembra per imparare come si fa politica.
Agiografia surrealista
“Bruno Kessler, l’uomo del futuro”
(titolo sul Trentino del 20 marzo 2011, in testa a uno dei tanti pezzi agiografici, grondanti smisurati panegirici, che in questi giorni stanno creando violente crisi di rigetto alla sola parola ‘Bruno Kessler’)
Profughi o clandestini?
“Dellai mette sotto esame tutti gli orsi”
(Locandina del Corriere del Trentino, 26 marzo)