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Cime Tempestose

Tempi andati

Tg3 Regionale di mezzanotte. Al veterano giornalista, nel comunicare le dimissioni del presidente del consiglio provinciale Kessler, scappa un lapsus nostalgico e Giovanni diventa Bruno Kessler, suo padre nonché presidente della giunta trentina negli anni Sessanta. Eh già, mitici quei ‘60!

Pronunce

La “nostra” giovane giornalista di TCA, impegnata nella rassegna di stampa, il mese scorso è inciampata in un pericoloso slalom di pronuncia. Nello stesso giorno e sullo stesso giornale ha dovuto difendersi dal terribile Jonathan Wyatt, il neozelandese vincitore della Ciaspolada, pronunciato “vìat” (e passi, visto che viene dall’altro mondo) e pure con Giovanni Bachelet, figlio di quel Vittorio ucciso dalle Brigate Rosse nel 1980, pronunciato “bachelèt”. Escluso che si tratti di un piatto tipico trentino da gustarsi con tonco e polenta, viene da chiedersi: ma lei, signorina, lo sa chi era Bachelet?

Bunga bunga al centro commerciale

La consigliera comunale di Trento Gabriella Maffioletti si è scagliata contro i quattro sexy-shop aperti a Trento nord perché, a suo avviso, creerebbero imbarazzi alle famiglie vista la loro collocazione nei centri commerciali; ragione per cui sarebbe più opportuno spostarli. Magari ad Arcore.

Lacrime di coccodrillo

Nonostante la costante cappa di Pm10 e affini, l’Adige ha dedicato un articoletto dal tono niente affatto preoccupato relativo all’aumento nel 2010 del 5,6% degli introiti della società A22 e dell’1,5% del traffico in autostrada. Dati che fanno brillare gli occhi ai dirigenti grazie agli euro che hanno prodotto. Gli stessi dirigenti che a volte piangono per i fumi, mentre ridono sotto i baffi per gli incassi. Nel frattempo, i cani da guardia annuiscono.

Le parole sono pietre

L’Adige ha riportato la notizia della piccola rissa tra due ragazzine che si sono azzuffate durante la giornata di scuola aperta alla scuola professionale per parrucchiera a Trento. Il titolo del quotidiano recitava: “Ragazzina picchiata dalla nemica”. Reportage di guerra o incapacità dei giornalisti di utilizzare le parole?

Calamità naturali

Il primo giorno di apertura delle iscrizioni ai corsi professionalizzanti, il Centro per l’impiego di Trento è stato preso d’assalto. Centinaia di disoccupati si sono lanciati all’inseguimento di una speranza di lavoro. Tutto a causa di una crisi percepita come una disgrazia arrivata dal cielo, neanche fosse un terremoto. Mai nessuno sui nostri giornali che provi a fare i nomi e i cognomi dei padri di questa “calamità”. Meglio di no, qualche amico potrebbe irritarsi.

Primo comandamento: produrre

Un lettore del Trentino ha ridicolizzato gli oppositori al piano economico proposto da Marchionne, poiché, secondo lui, anche nella più sinistrorsa ipotesi di una collettivizzazione della fabbrica l’aumento della produttività, e quindi delle ore lavorative, sarebbe necessario. Economia da baretto. Peccato che il direttore Faustini gli dia ragione. Produrre, produrre, produrre. Per chi, direttore? Dettagli.

Nato nel burro

Lo stesso direttore Faustini, di fronte alla notizia che per un posto di commesso alla bottega del commercio equo e solidale di Trento si sono presentati 400 giovani, molti dei quali laureati, ha commentato che “i molti giovani che sognano di andare a lavorare a Mandacarù dimostrano anche il successo di una formula e la forza di una proposta alternativa”. Voglia di scherzare? Dimostrano la disperazione di una generazione. Si svegli, direttore.

Vecchi rivoluzionari, nuovi servi

Sergio Fabbrini, l’ex leader di Lotta Continua, poi docente alla facoltà di Sociologia e ora direttore della scuola per le future classi dirigenti alla Luiss (l’università di Confindustria), ha rilasciato una lunga intervista all’Adige nella quale valorizza l’importanza del Principe, cioè del leader che “assolve una funzione educativa e nel quale si sintetizza una aspettativa di senso di una società”. Un leader che, secondo lui, ora come ora dovrebbe essere qualcuno tipo Montezemolo, Monti o Draghi. Insomma, il futuro dell’Italia per il vecchio rivoluzionario dovrebbe passare per un uomo solo al comando che assomigli molto ad un fighetto in Ferrari o ai soci della cricca del capitalismo finanziario. La stessa cricca che sta ammazzando Grecia, Irlanda e Portogallo, per intendersi. La lotta continua. Senza Fabbrini. E contro le sue idee.

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