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Albere assediate dal cemento

Luigi Francesco Traverso

Vorrei parlare dell’area adiacente l’Adige che parte dal Ponte San Lorenzo ed arriva in via Monte Baldo. Ho visto che il cemento avanza a spron battuto su entrambe le sponde. Sulla sponda destra, in adiacenza della superstrada, un’incombente costruzione della quale non conosco lo scopo, con a fianco, in bella mostra e come biglietto da visita della città, una marea di cassonetti per l’immondizia di ogni colore. Non si è risparmiato nulla. In sponda sinistra l’argine dell’Adigetto è stato interessato alla cementificazione e sicuramente gli esperti diranno che quella sorta di lunga balaustra serve per evitare esondazioni ma, a parte l’alluvione del 1966, non penso ci siano stati altri problemi. E se l’aver cementificato la sponda dell’Adigetto può passare per tutela dell’interesse collettivo, vorrei che mi si spiegasse il perché di questo assurdo assedio di cemento al Palazzo delle Albere.

Già la presenza dello stadio Briamasco a nord del Palazzo non mi piaceva, ma adesso siamo andati oltre ogni logica. Questo bel palazzo, che fino a pochi anni orsono si poteva traguardare dai Tre Portoni, avrebbe meritato altro. A mio modo di vedere non lo si doveva assediare con costruzioni più o meno belle e più o meno alte. Aveva ragione d’essere in assoluta ed elegante solitudine e non calato in un mare di ferro, vetri e cemento.

Per l’area ex Michelin avrei sognato volentieri un parco fluviale in adiacenza all’Adige che purtroppo, per assurde scelte asburgiche, è stato allontanato dal centro storico. Magari avrei anche sognato che un pezzo di questo nostro fiume diventasse navigabile e in quell’area avrei anche ipotizzato un approdo, ma i nuovi insediamenti vanno in tutt’altra direzione. Sinceramente mi viene di difficile comprensione l’avere scomodato Renzo Piano per costruire appartamenti in adiacenza alla linea ferroviaria e, in seconda battuta, a ridosso del Cimitero.

Chi avrà la fortuna di comprare gli appartamenti con vista est quando non passa il treno avrà il simpatico panorama ravvicinato dei loculi cimiteriali e magari, visto che sembra che si vada in quella direzione, vedrà anche il forno crematorio, ciminiera compresa.Intanto il cemento continua inesorabile.

Ma siamo sicuri che Trento non avrebbe avuto bisogno d’altro? Io penso di si.

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