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Homer Simpson in Valsugana

Lorenzo Rigo

Recentemente l’autorevole rivista della Compagnia di Gesù: “Civiltà Cattolica” ha riservato ad una serie televisiva che tutti noi conosciamo un ampio spazio, si tratta de “I Simpson”. Questi strani personaggi gialli che dilettano piccoli e grandi sono molto più di un semplice cartone animato, sono la rappresentazione ironica di tutte le nostre passioni, debolezze e frustrazioni, ma si possono scorgere anche, dietro ad un velo sarcastico, le pulsioni più sane e autentiche della nostra società.

In soli venti minuti (il tempo di una puntata) vengono affrontate molte delle problematiche che ci angustiano. Come genitori: la violenza, l’educazione dei figli, la scuola, la famiglia. Come cittadini: la guerra, la crisi di valori, l’ambiente, la salute, i mezzi di comunicazione, il lavoro.

A Springfield i problemi sono reali: in una puntata Homer Simposn (il capofamiglia) deve affrontare il problema delle immondizie. Capisce subito che dietro questo c’è una possibilità di ampio guadagno e, dopo aver promesso la soluzione di tutti i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti ed essersi fatto eleggere in Consiglio comunale, affronta il problema di petto. La soluzione è a portata di mano e noi della Valsugana la stiamo vivendo sulla nostra pelle. Il furbo Homer conferisce tutte le immondizie della città in una cava dismessa; ma non basta, si possono incrementare i guadagni importando dalle cittadine vicine tutto ciò che non si riesce a smaltire. Esattamente come è successo con la nostra discarica di Monte Zaccon.

E mentre in Valsugana tutti si chiedono legittimamente dove andrà a finire il percolato della discarica, nella Valle dell’Adige altri si chiedono che effetto avranno le emissioni dell’inceneritore, ma tutti, più o meno consapevolmente, aspettiamo che da un momento all’altro madre natura ci presenti il conto ed abbiamo timore che questo sia così salato da non riuscire più a saldarlo. A Springfield invece i tempi sono accelerati e dopo solo pochi minuti ecco che la terra si ribella: da tutti i buchi, come una pentola sotto pressione, vengono espulse le immondizie. A noi viene da sorridere, perché nel cartone animato Homer scopre che le immondizie saltano fuori anche dalle buche del campo di golf che ricorda proprio quello di Roncegno.

Homer, è bene ricordarlo, al di là del suo saltuario impegno politico, è un addetto alla sicurezza della centrale nucleare di Springfield. La centrale ha un notevole impatto sull’ambiente circostante, fumi tossici e scarichi abusivi sono l’ordinarietà: i pesci del vicino lago hanno già subito delle mutazioni genetiche ed hanno tre occhi.

La centrale è guidata dal vecchio signor Burns, un avido uomo d’affari ricchissimo che non si fa nessuno scrupolo di sfruttare gli operai sorvolando sulla loro sicurezza e su quella degli abitanti della zona. La grande quantità di denaro di cui dispone permette al signor Burns di controllare agevolmente la politica a proprio vantaggio. Compra senza scrupoli il silenzio degli ispettori esterni e non si fa problemi nel mandare a casa tutti gli operai quando la cosa gli conviene.

Non so se Matt Groening, il geniale autore dei Simpson, abbia origini italo-americane o sia magari discendente di qualche emigrato valsuganotto dell’Ottocento, ma rimane il fatto che questi personaggi gialli come la bile che dobbiamo ingoiare in Valsugana ricordano proprio quello che stiamo vivendo. Il recente procedimento denominato “Fumo negli occhi”, che coinvolge alcuni responsabili dell’ Acciaieria Valsugana, tocca proprio queste tristi tematiche: scarichi abusivi, emissioni nocive, falsificazioni di dati, violazione dei diritti dei lavoratori. Il tutto condito con un potere economico che, si può ragionevolmente presumere, abbia avuto e continui ad avere un certo peso.

Adesso mi accorgo che ho citato il signor Burns con il termine “signore”, mentre il povero Homer non l’ho onorato con questo titolo. Anche nel mio subconscio, evidentemente, sono i soldi che trasformano le persone da semplici uomini a signori. Ma è proprio in Homer che io m’identifico: poco “signore” e molto uomo. Quello che mi risucchia in questo processo di immedesimazione non è tanto la medesima situazione familiare (anch’io ho tre figli, una brava e saggia moglie, un cane, un amico barista col quale passo molto del mio tempo libero), ma la sua umanità. Homer è infatti pigro, indolente, poco sveglio ed opportunista, goloso fino all’inverosimile, inetto nei lavori di casa ed irresponsabile; però, pur essendo un pasticcione sconclusionato, ha ancora la capacità di indignarsi e di combattere le sue battaglie fino in fondo quando sente che la sua famiglia, alla quale vuole un mondo di bene, è danneggiata e vittima di soprusi.

È in questo senso il mio eroe e penso anche di molti altri valsuganotti che intendono continuare a dar battaglia per il diritto alla salute dei propri familiari. Vogliamo scelte politiche libere ed responsabili che tengano anche conto del degrado di cui siamo vittime. Vogliamo uscire da questa realtà che, purtroppo, prima dei Simpson, ci fa pensare a Dylan Dog.