Beghe di destra
Comunali di Bolzano: la guerriglia fra Biancofiore e Holzmann
Dalla fine della guerra, il panorama politico sudtirolese si è sempre caratterizzato per un pluralismo in ambito italiano, a fianco del monopartitismo dei sudtirolesi di lingua tedesca.
Da qualche tempo le cose sono cambiate: l’opposizione di lingua tedesca (tutta di destra) è diventata consistente, e si appresta a raccogliere i risultati degli incredibili errori del partito di maggioranza e del bisogno di cambiamento troppo a lungo represso. A meno che la legge sul limite delle tre legislature non faccia il miracolo, 162 fra sindaci, vicesindaci e assessori della Svp dovranno infatti andarsene e fare posto a un rinnovamento disperatamente rimandato dal partito e ora imposto.
Per gli italiani, al governo stanno gli epigoni di coloro che appoggiarono la scelta autonomista e che oggi vengono accettati dalla Svp come male minore. All’opposizione i rappresentanti della maggioranza degli italiani. I mistilingue non sono rappresentati.
Per ciò che riguarda le prossime comunali di Bolzano, unica città in cui gli italiani sono in maggioranza, il programma su cui il sindaco uscente chiede mano libera non è di centrosinistra: taglio del sociale, già in corso, via libera alla speculazione edilizia e rifiuto di consultare la cittadinanza sulle questioni cruciali dello sviluppo della città.
Dunque una situazione in cui un’opposizione appena decente potrebbe, se non vincere (dato che per ora la Svp non ha una maggioranza favorevole alla collaborazione con la destra), almeno svolgere un ruolo di stimolo per chi governa. Invece non è così. La ragione principale sta nel fatto che il Pdl è paralizzato dal feroce litigio che vede contrapposta la deputata Biancofiore, eletta in Campania ma bolzanina, all’altro deputato, Holzmann. Biancofiore si trova con il consigliere provinciale Urzì su una posizione di forte ostilità verso l’autonomia, con toni molto lontani dal sentire della popolazione, che anche nelle sue componenti nazionaliste apprezza l’autonomia. Holzmann, ex estremista convertito, tenta di portare il partito verso posizioni più moderate e di costruire un approccio “governativo” con la Svp. Ma la violenza degli attacchi non è giustificata dalle differenze politiche e dà la sensazione di conflitti personali. Alcuni esponenti sono usciti dal partito per aderire alla Lega nord. Per le prossime elezioni comunali la destra fatica a trovare un candidato su cui far convergere i consensi.
Di fronte alla candidatura di Holzmann alla carica di sindaco, Enrico Lillo (gruppo Biancofiore-Urzì) ha dichiarato significativamente: “Mi prenderò trenta giorni di vacanza. E da libero cittadino farò campagna contro di lui”. La base, sconcertata, invoca un intervento liberatorio da Roma. Ma a Roma ci sono due deputati: Holzmann, eletto in Alto Adige, e Biancofiore. Gasparri sostiene Holzmann? Lo suggerisce un’immagine sul giornale con i due che confabulano. Biancofiore corre ad Arcore, il giorno del suo compleanno, e ne riporta anche lei una foto: lei e Berlusconi seduti davanti alla torta gigante confezionata da un pasticciere bolzanino. Holzmann vuole fare una lista civica, dialoga con la Lega e l’Udc. Urzì e Biancofiore invece vogliono stare insieme a Unitalia, che pesca voti nell’estrema destra e ha uno dei suoi punti forti nella sezione locale di Radio Bandiera Nera, che trasmette dal retro di Bar8 di via Dalmazia programmi dal titolo “SuonarglieleDiSantaRagione”.
Così occupati gli uni a far soldi con la speculazione e con le beghe, gli altri con le beghe e le dure prese di posizione nazionaliste, i partiti italiani in realtà non aprono bocca sulle questioni scottanti che di questi tempi occupano il dibattito politico locale anche in un’ottica internazionale. La richiesta di Brugger della Svp, ispirata dal tentativo di superare a destra i partiti estremisti di lingua tedesca, di doppia cittadinanza, italiana e austriaca, per coloro che risiedevano in Alto Adige prima del 1919, ha ricevuto dall’Austria un no secchissimo. L’ha sostenuta, da non credersi, il Pd: è stato il deputato Bressa, bellunese eletto in Alto Adige, che evidentemente non si è ancora acclimatato all’autonomia sudtirolese. Ci sono voluti Andreas Khol, ex presidente del parlamento austriaco, grande amico della Svp, e l’ambasciatore Steiner, nel dopoguerra segretario di Gruber, a dire che la doppia cittadinanza farebbe cadere il fondamento dell’autonomia, l’Accordo di Parigi.
E mentre Durnwalder, preoccupato per l’irritata reazione austriaca, correva a Vienna, è stato Khol a chiedere ciò che incredibilmente nessuno qui si è chiesto: “Vogliamo veramente riaprire in Sudtirolo i fossati fra i sudtirolesi che vogliono avere la doppia nazionalità e coloro che non la vogliono o non possono averla, e gli italiani del Sudtirolo?”.