Anarchici e benpensanti facinorosi
Caro direttore, non me ne volere se esprimo totale dissenso relativamente al pezzo sui “benpensanti facinorosi” apparso sull’ultimo numero di QT. Il mio parere sugli “anarchici” e sulla loro presa di possesso di Trento è del tutto negativo.
In primo luogo perché sono affezionato ai monumenti, ai palazzi e alle case della mia città e non sopporto chi si arroga il diritto di sporcarli sistematicamente con scritte, disegni e sgorbi. Si tratta di un’arrogante forma di vandalismo che grazie all’acquiescenza dei nostri amministratori ormai da decenni ha deturpato e continua a deturpare il volto di Trento, oltre che di altre città, da Venezia a Roma, a Firenze.
Nel caso specifico, al vandalismo si aggiunge la violenza non casuale e non episodica. I principi rivendicati da quei “ragazzi” possono essere di volta in volta validi oppure sbagliati, o magari discutibili; ma il metodo adottato, a Rovereto come Trento, non è comunque in nessun modo accettabile. La violenza chiama altra violenza e non mi pare proprio che gli “anarchici” possano essere presi a modello.
Forse non sarebbe male riflettere di più sulla storia del Novecento, nostra e di altri Paesi. Potremmo forse imparare qualcosa.
Francesco Borzaga
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Perfettamente d’accordo, caro Borzaga, imbrattamenti e piccoli vandalismi sono deprecabili. Il punto è un altro: quando il dissenso da tali comportamenti si esplica per più giorni in titoloni da cinque colonne in prima pagina, non siamo più alla deprecazione, ma alla criminalizzazione. Peraltro tipica dei (peggiori) benpensanti rispetto a chi pone, anche se in maniera deprecabile, questioni scomode.
e.p.