Centro-sinistra ieri e oggi
Nel centro-sinistra italiano è da sempre in corso il dibattito sulla propria identità. Con la caduta del Muro di Berlino i post-comunisti hanno preferito annacquare in un generico democraticismo e con un colpo di spugna cancellare un secolo di lotte operaie. Hanno cancellato la sinistra perché il paradiso dei lavoratori era crollato e, anziché accettare la proposta di unità socialista di Craxi, hanno cavalcato l’ondata giustizialista che, notoriamente, favorisce le forze di destra e illiberali.
Il fallimento del Pd nasce dalla liquidazione arbitraria e violenta dell’esperienza socialista italiana. Alcuni esponenti si ostinano addirittura a mettere in guardia l’attuale segretario dalla “deriva socialdemocratica”, dimenticando però come l’ex-Pci Massimo D’Alema sia stato in corsa per la carica di Mr.Pesc proprio grazie al sostegno del PSE.
Perché allora ostinarsi a dichiararsi socialisti in Europa per ragioni di opportunità e in Italia invece compiere esercizi da kamasutra della politica per non creare una nuova grande formazione schiettamente socialdemocratica e laburista anche nella nostra terra e nel nostro Paese, in grado di ben governare insieme alle forze popolari del mondo cattolico democratico?