Artigiani: un direttore che “esterna” troppo
Gianni Benedetti, direttore uscente dell’Associazione Artigiani, nella sua esternazione contro gli ecologisti del 20 novembre scorso, ha esternato pure il raziocinio. Nel senso che lo ha lasciato fuori dalla porta. Vediamo perché analizzando brevemente i punti “ambientali” del suo discorso.
Contro i giornali. Li accusa di non aver mandato le proprie penne a Vedelago (TV) a vedere che anche lì i rifiuti finiscono all’inceneritore. Peccato che, per argomentare l’inutilità dell’inceneritore, ciò che conta non è come si chiude il ciclo dei rifiuti trevigiano, ma solo quello che succede di ottimo e virtuoso dentro l’impianto del Centro Riciclo di Vedelago. Cosa direbbe allora Benedetti ai giornalisti che informassero su quanto di buono fa l’associazione Libera di don Ciotti contro la mafia? Di non essersi accorti che in Sicilia la mafia c’è ancora? E che questo è un buon motivo per cui continui ad esserci e per cui qualcun altro non provi a fare come Libera? Complimenti per il senso civico.
Contro Nimby. Benedetti non si contiene e accusa Nimby trentino di “crimine etico”, e questa ancora ci mancava. Dice che Nimby vorrebbe che i rifiuti li bruciassero altrove fuori provincia, “come si fa oggi coi rifiuti speciali”, ma dimentica che Nimby vorrebbe che i rifiuti non li bruciasse proprio nessuno. In Trentino come fuori. E poi dovrebbe farsi spiegare da qualcuno che l’inceneritore comunque non brucerebbe i rifiuti speciali, ma solo quelli urbani o quelli assimilabili agli urbani. Magari se lo faccia spiegare proprio dal sindaco Andreatta, che alla precisazione ci tiene molto (quando Nimby aveva avanzato il sospetto che l’inceneritore potesse bruciare gli speciali se non bastavano gli urbani, Andreatta si era affrettato a smentire tutto).
Contro la “cultura del no”. Benedetti ce l’ha con chi si oppone alla costruzione delle strade, perché, secondo il nostro, più strade si costruiscono, meno si inquina e più i nostri bambini respirano meglio. Come no. A questo punto, di inceneritori, perché non costruirne due anziché uno?