La strana coppia
A Graz, un’insolita coalizione bianco-verde.
Mentre ad Amburgo i negoziati per la coalizione fa DC e verdi – già esistente, del resto, a livello distrettuale, nella borgata di Altona – sono nella fase conclusiva, e già si parla del ritorno del tram in una città di auto e metro, a Graz, capitale della Stiria e dopo Vienna la città più grande dell’Austria, questo tipo di cooperazione funziona già da un mese. Coalizione strana? Forse sì, dal punto di vista della perdente "sinistra arcobaleno". Oppure no, guardando da vicino al programma della neonata coalizione. Magari una coalizione "normale" in grandi città, specialmente in quelle con una lunga tradizione di governo – e sottogoverno – "rosso"...
Il partito popolare (CDU in Germania, ÖVP in Austria) non è dopo tutto un partito monolitico o conservatore tout court. Anzi, ha le sue radici anche nel cristianesimo "sociale", nel movimento cooperativo, ed essendo, in un certo senso, sempre un partito "di raccolta" (degli agricoltori, degli imprenditori, dei professionisti, dei funzionari statali, degli impiegati "moderati"...) ha in sé qualcosa di camaleontico: si adatta all’ambiente.
I popolari dei governi di Schüssel, con i Freiheitlichen, erano uno schifo, oscillante fra liberismo economico e volgare destra politica, ma certi popolari di ambiente urbano sono tutt’altra cosa.
Nelle comunali di gennaio hanno guadagnato, sia in punti percentuali che in numeri assoluti, soltanto i popolari e i verdi; questi ultimi, poi, han quasi raddoppiato, arrivando al 15% circa. L’uscente sindaco popolare, Siegfried Nagl, arrivato al 38%, poteva scegliere fra una coalizione con i socialdemocratici o con i verdi. La variante "rosso-rosa-verde", cioè socialdemocratici, comunisti (scesi dal 20% del 2003 all’11%) e verdi, era matematicamente improponibile, e magari non solo matematicamente…
Nagl ha scelto in fretta ed ha iniziato trattative con i verdi, dei quali prima delle elezioni era un feroce avversario; e i verdi, a loro volta, di una coalizione con la DC non avevano mai voluto saperne. Eppure sei settimane dopo, in marzo, la coalizione era bell’e pronta. Con un patto scritto, firmato e pubblicato che è una meraviglia: niente vaghe grandi intese, ma una lista di progetti concreti, puntualizzati con assoluta precisione nel bilancio. Chi capisce il tedesco può controllare su http://www.graz.gruene.at/fileadmin/graz/dokumente/pdf/Koalitionsvertrag_unterschr.pdf
Nel preambolo del patto, i partiti chiariscono che sono partners di lavoro che intendono differenziarsi, ognuno conservando la propria identità. E quella popolare, secondo la prosa di Nagl in versione postelettorale, è di un partito "dell’economia di mercato sociale ed ecologica... un partito ancorato ad un cristianesimo laico e moderno, attento alle novità nascenti in seno alla società civile".
Chi mai l’avrebbe pensato sei mesi fa? Una autodefinizione che sembra un anatema rivolto a Wolfang Schüssel. Identità camaleontica, dicevamo...
E veniamo ai fatti. In questa legislatura, la città intende raggiungere gli "obiettivi di Lisbona" dell’Unione Europea, e cioè un posto garantito in un asilo-nido per un terzo dei piccoli sotto i tre anni, e per tutti quelli fra i 3 ed i 6 anni; e tutte le scuole elementari e medie aperte anche il pomeriggio. Insomma, assistenza pubblica ai genitori, uomini e donne, perché possano conciliare lavoro e vita familiare.
Svolta energetica, con lo sviluppo dell’energia rinnovabile, dal solare alle biomasse.
Sviluppo dell’"economia del sapere", specialmente dell’imprenditoria piccola e media, cioè di quella micro-imprenditorialità che già vota verde in proporzioni sorprendenti.
La percentuale della mobilità sostenibile (traffico pedonale, bici, trasporto pubblico) deve passare dall’attuale 52% al 60%. Un progetto articolato in misure concrete, con nuove linee tranviarie e restrizioni per il traffico motorizzato individuale.
E poi basta con i supermercati in periferia, concentrazione sul centro della città e sviluppo dei centri residenziali lungo le assi del trasporto pubblico.
Visto che la DC, proprio la DC, era pronta a firmare questo programma, i verdi avrebbero forse dovuto ritirarsi?
I socialdemocratici, naturalmente, si sentono offesi, e minacciano l’ostruzionismo in consiglio ed in giunta, poiché Graz ha, come tutte le città austriache, un sistema per cui l’ingresso in giunta dipende esclusivamente dal numero di seggi conquistati, ed il sindaco poi dà la delega per dirigere certi settori dell’amministrazione agli assessori di maggioranza, mentre gli altri ricoprono la funzione di assessori "al controllo".
E allora? Allora niente: la maggioranza governa, chi ci sta, ci sta, ed arrivederci alle elezioni del 2013.