Follie d’estate (pubbliche e private)
Dalla gallina in vetrina al viaggio in India di Franz Pahl.
I protagonisti della locale estate mediatica sono stati il travagliato (ed inesistente) Partito Democratico trentino e l’orsa Jurka. Niente di esaltante, insomma. Di contorno, tante notizie buffe e irrilevanti, le infinite stramberie "di costume" che in altre stagioni dell’anno resterebbero per lo più fuori dalle cronache, ma che nella fiacca atmosfera vacanziera consentono ai giornalisti di riempire le loro pagine.
Così leggiamo del cinquantenne che nell’arco di un anno è stato ripetutamente sorpreso all’interno di un maneggio della Vallagarina mentre si esibiva, nudo, davanti a questo o a quel cavallo, privilegiando prima un superbo stallone e quindi un gruppo di femmine.
C’è l’on. Giacomo Bezzi che si è rinfoltito chirurgicamente i capelli.
C’è la signora di Trento che, recatasi in piscina dopo essere stata dal parrucchiere, si è rifiutata di indossare la cuffia come le regole della struttura impongono, in ciò spalleggiata dal marito, che si è messo a litigare coi bagnini fino a provocare l’intervento dei carabinieri.
C’è l’inossidabile Caterina Dominici che preannuncia un suo libro bianco sui privilegi di cui godono gli immigrati.
C’è il gioielliere di Folgaria che ha messo in vetrina una gallina, suscitando le proteste e la denuncia di un’animalista. Così, anche qui i carabinieri sono dovuti intervenire per gli accertamenti del caso. "Durante l’inverno s’era visto anche qualche coniglio in vetrina" – ci informa il cronista, che però all’epoca aveva evidentemente ignorato la notizia.
C’è la giovane artista di Mattarello che si dedica al "cow painting", cioè a dipingere le mucche in una malga. E qui, anziché le forze dell’ordine, interviene qualche giorno dopo, sul Trentino, il critico d’arte Maurizio Scudiero con un serissimo commento.
C’è il gestore di una pizzeria di Vason, che avendo affisso davanti al suo esercizio un cartello fai-da-te con su scritto "Pizzeria. Cazzo che buona", si è ritrovato con 3.500 euro di multa per insegna non autorizzata, turpiloquio e "necessità di "ripristinare la strada" (?). Ma lui non cede: "Voglio promuovere una raccolta di firme – dice – E voglio andare fino in Cassazione per sapere se cazzo è termine offensivo".
Quanto alla signora "letteralmente mangiata dalle piattole sull’intercity Lecce-Bolzano, per due volte in due circostanze diverse", beh, potrebbe anche fare (stupidamente) sorridere, ma in questo caso siamo già tra i fatti di una qualche rilevanza sociale. E allora passiamo appunto alle notizie serie, ancorché buffe.
Anzitutto il capitolo – oggi di gran moda – riguardante costi e privilegi dei politici. Poca cosa l’accusa rivolta al vicepresidente del Consiglio regionale, Mario Magnani, che a detta del leghista Boso si sarebbe fatto accompagnare in quel di Segno con l’auto blu per assistere ad una partita di tamburello. L’accusato, d’altronde, nega.
Più istruttiva la polemica sulla discutibile missione in India di Franz Pahl (presidente del Consiglio Regionale) e soci, per portare la nostra solidarietà ai tibetani. "E’ dovere morale di tutte le forze democratiche che difendono i diritti umani – si giustifica pomposamente - manifestare con forza la propria solidarietà ed esprimere apertamente la propria posizione... Un tale viaggio rappresenta un segnale politico di solidarietà nei confronti di un popolo oppresso ed è quindi più che dovuto... A causa del fitto programma politico il viaggio sarà abbastanza faticoso, cosa per me assolutamente normale... La rappresentanza tibetana ci è riconoscente per la visita".
Altrettanto poco convincente la proposta degli albergatori del Tonale, che in una lettera a Dellai e all’assessore Mellarini propongono "cannoni a pieno regime 24 ore su 24 per tutto l’inverno e magari anche oltre", allo scopo di "consolidare il ghiacciaio della Presena, evitando che si squagli sempre di più sotto gli sci degli appassionati estivi"; l’intenzione è quella di farci credere che una simile assurdità metterebbe d’accordo la difesa ambientale, i desideri dei villeggianti e il portafoglio di impiantisti e albergatori. Vedremo se qualcuno abbocca.
Altro tema "trendy": le tasse. Ed ecco la padrona di un bar di Rovereto che in tre mesi è stata beccata tre volte a servire consumazioni senza rilasciare lo scontrino fiscale. Risultato: quasi 400 euro di multa e chiusura del bar per alcuni giorni. Le regole sono queste già da tempo, che farci? Invece no: la signora, come usa dire quando si vuol apparire eroici nel rifiutarsi di osservare la legalità (dalle tasse ai semafori), "non ci sta a far la parte di quella che cerca di frodare lo Stato". "Lei è solo – spiega – un’esercente che cerca di sopravvivere a tempi non proprio floridi: ‘Ho questo bar da 18 anni, e in 18 anni ho preso sì e no due multe. Adesso in tre mesi tre verbali. Certo, ho sbagliato. Ma c’è situazione e situazione. E controlli così pressanti sanno di vessazione".
La sfortuna la perseguita: "La prima volta è stato un bianco servito al postino… Lui è arrivato e ha bevuto, mentre io leggevo una lettera urgente. Poi è uscito senza nemmeno dire nulla, ha solo messo i soldi sul bancone. E io mi sono distratta, non ho fatto lo scontrino. Fuori c’era la finanza e mi ha multato". La volta dopo, gli avventori erano proprio due finanzieri che prendevano un caffè: "Quando ho preso i soldi, mi hanno multato: avrei dovuto far subito lo scontrino… Quanto alla terza multa, avevo offerto il caffè a un amico. Nemmeno me l’ero fatto pagare ma lo scontrino ci voleva comunque. E la Finanza mi ha multato". E fra una multa e l’altra – e qui la sfortuna c’è davvero – sono anche venuti i ladri, che le hanno portato via 5.000 euro.
Passiamo ora ad un piccolo episodio mette in luce un altro difetto nazionale. Ricorderete forse, qualche anno fa, la vicenda di quel nostro collaboratore, persona attivissima come dirigente nel campo della cooperazione, che si vide in un primo tempo negare dai servizi sociali la possibilità di adottare un bambino sostanzialmente perché cieco, salvo poi ottenerla in seguito ad una valanga di proteste. Ecco: con tutte le nostre magagne, ci sono però dei campi dove si pretende la perfezione, o sennò niente.
La storia si ripete, in piccolo, con una signora che vuole adottare un animale. Va al canile, passa in rassegna le bestiole adottabili e sceglie un cucciolo che andrà a ritirare quando sarà stato svezzato e sterilizzato. Si reca anche in visita dalla volontaria che si occupa di questi cuccioli e resta d’accordo che andrà a prendere la cagnetta dopo ferragosto. Ma quando torna, la situazione è cambiata. Dopo ponderata riflessione, si è deciso che la signora – 63 anni – è troppo vecchia per occuparsi doverosamente di un animale. Meglio il canile.
E finiamo con un déjà vu. Nel novembre scorso, su questa stessa rubrica, così descrivevamo un manifesto della Lega comparso sui muri di Trento: "In alto, un ghignante Bin Laden osserva compiaciuto un panorama di scoppi e devastazioni, intervallate da due scritte: ‘New York 2001’ e ‘Parigi 2005’ con accanto una traballante, sradicata torre Eiffel. E in basso, un ancor indenne Castello del Buonconsiglio, probabile prossimo obiettivo se non si darà retta allo slogan principe del manifesto: ‘No moschee in Trentino’"
E concludevamo: "Tutto è opinabile, naturalmente; ma ci resta la curiosità di sapere se i leghisti hanno confuso Parigi con Londra (dove effettivamente lo scorso anno c’è stato un attentato), o se si riferiscono ai disordini nelle periferie francesi, dove però non risulta ci fosse lo zampino di Al Qaeda. Resta in ogni caso un fatto certo: la torre Eiffel, mentre scriviamo, è ancora saldamente ancorata al terreno".
Ebbene, nei giorni scorsi quel manifesto è stato nuovamente affisso. E la torre Eiffel è ancora in piedi. Tanto basta – verrebbe da dire – per valutare la credibilità di questi signori.