Uno “Stabat Mater” da ricordare
Memorabile esecuzione nella chiesa di S. Francesco Saverio a Trento del lavoro di Haydn, grazie alla direzione di Davide Lorenzato, che ha saputo magistralmente assemblare solisti, orchestrali e soprattutto coristi.
C’è un trentenne barbuto e zazzeruto che con genialità si diverte a realizzare ambiziosi progetti con pugno di ferro in guanto di velluto. Il suo nome è Davide Lorenzato, e del Lorenzaccio ha certamente qualche eredità genetica, per la sua aria monella e apparentemente svagata. Noi lo rapiremmo volentieri per tagliargli il suo "orecchio assoluto" e farcelo impiantare, restituendo poi alla famiglia il resto. E’ diplomato in flauto, organo, direzione di coro, ha studiato composizione e direzione d’orchestra, e si sta specializzando in direzione presso la Musikhochschule di Mannheim (Germania).
Sabato 18 marzo, nella chiesa di S. Francesco Saverio, a Trento, ha diretto un memorabile "Stabat Mater" di Haydn, di fronte a un pubblico concentrassimo e ammaliato dalla bravura dei solisti Veronica Ciurletti (soprano), Ivonne Dandrea (contralto), Roberto Garniga (tenore) e Walter Franceschini (basso), dell’Ensemble Arcangelo Corelli, e del coro Concentus Clivi, per la prima volta riuniti insieme in un concerto.
L’eccellenza e la straordinarietà dell’operazione che Lorenzato porta avanti è espressa esattamente da questo dato di partenza: nel gennaio 2004 egli ha riunito sotto la sua direzione un gruppo di amanti della musica corale, tra i quali molti si erano dedicati per anni solo ai canti tradizionali trentini. Insieme al Concentus Clivi Lorenzato ha costruito un repertorio che comprende ormai più d’un centinaio di brani sacri e profani di varie epoche, dalla monodia medievale al ‘900, oltre a brani tradizionali europei, che il coro canta in lingua originale.
L’Ensemble Arcangelo Corelli è una solida formazione di professionisti, che nel proprio curriculum vanta fortunate tournées all’estero e collaborazioni con solisti di fama internazionale. La qualità di questa orchestra si è notata sin dalle prime note dello "Stabat Mater", e ad avvalersene sono stati sia i solisti, che hanno degnamente onorato luogo e compositore, con la freschezza della loro vocalità, sia il coro, che ha saputo infondere le proprie emozioni nell’esecuzione: erano infatti talmente coesi e compresi nel loro ruolo, da ondeggiare insieme, a tempo, mentre cantavano o ascoltavano il concerto. Non è stata una messa gospel, ma il sentimento sembrava il medesimo.
Prima del concerto, il presidente del Concentus Clivi ha spiegato l’intento celebrativo della manifestazione, nell’imminenza della Pasqua, sottolineando l’importanza del concerto per il gruppo vocale, di cui egli stesso, la moglie e la figlia sono membri attivi.
L’applauso finale del pubblico è stato lungo e convinto, ad esprimere la gratitudine per la piacevole intensa serata.