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Un corso di arabo: un antidoto alle ”crociate”

Il 6 febbraio scorso ha avuto inizio il corso di arabo organizzato, gratuitamente, dalla Comunità Islamica di Trento, presso la sede situata in via Vivaldi. I curiosi, i glottofili, i simpatizzanti della cultura araba e delle culture orientali in generale, si vedono offrire questa opportunità sin dal 1999.

Il corso si articola su una durata di due anni, per cui non bisogna lasciarsi sfuggire l’anno "giusto" per iniziare. Grande sorpresa ha manifestato il docente, Rashid Saafi, nel trovarsi davanti, il primo giorno, circa cinquanta persone. L’aula del Centro non aveva sedie sufficienti e, d’altronde, sin dal primo momento non è parso ragionevole, dal punto di vista didattico innanzi tutto, tenere lezione in quelle condizioni; ragion per cui il gruppo è stato suddiviso in due parti, e così anche, purtroppo, il carico di ore settimanali previsto, che da quattro è passato a due. D’altronde, una maggior lentezza del corso dovrebbe incontrare il favore di tutti coloro che, durante la settimana, non hanno precisamente il tempo per dedicarsi alle impegnative attività di studio domestico, come un corso di arabo richiederebbe.

La difficoltà? Basti pensare che, dopo una prima lezione dedicata a una conversazione generale sulla cultura araba e ad alcune questioni tecniche, la seconda è stata occupata dallo studio di quattro (!) lettere dell’alfabeto, e, giunti ormai alla quarta lezione, i volenterosi studenti - in gran parte donne - del prof. Saafi sono arrivati a "imparare" complessivamente "ben" dodici lettere, oltre ad alcuni segni grafici fondamentali.

È facile immaginare a quale livello di regressione infantile siano stati tutti costretti, impegnati a riempire le pagine di lettere, a focalizzare l’attenzione su stanghette e curve, a sillabare, a pendere dalle labbra e dal pennarello del docente, come ai vecchissimi tempi. Un vero e proprio amarcord cognitivo.

Come andrà a finire? In quanti resteremo? Quanto impareremo? Nessuno può prevederlo. Il dato interessante è che, in questi cupi tempi di istigazione alle crociate e alle contro-crociate, in barba alla propaganda e all’irresponsabilità di alcuni, la gente reagisce cercando di conoscere più da vicino la lingua e la cultura che, da oltre un millennio, uniscono diverse nazioni, abitanti nel nostro stesso unico vario Mondo.