Ancora ruspe al lavoro
L’ennesima strada forestale allargata, lastricata, ecc. Stavolta a Giovo.
Ancora un piccolo assalto al bosco ed ai monti della Valle dell’Adige. Questa volta le ruspe hanno eseguito alla lettera i lavori disposti dal comune di Giovo che ha voluto "sistemare" la strada forestale denominata Val Borada-Croccola. Con questo scritto si spera di terminare la cronaca sulle "opere" estive destinate a lasciare segni anche pesanti sul versante est della Val d‘Adige. Ricordiamo a questo proposito la bonifica-cava di Castel Monreale (La montagna scorticata) ed il cantiere per il nuovo convitto dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (vedi San Michele: le proteste - un po’ - sono servite).
Ma torniamo alla strada forestale che fino a qualche tempo fa era poco più di una mulattiera che meritava anche qualche ritocco. La strada, tracciata quasi per intero sul territorio catastale di Giovo, in realtà serve da collegamento tra il passo Sauch e il vicino omonimo rifugio con la zona di Faedo. L’intervento, come si è cercato di documentare con qualche fotografia, è apparso fin dall’inizio dei lavori abbastanza pesante e radicale, con il risultato che ora possono transitare anche delle semplici autovetture, mentre prima in quel luogo si accedeva solo a piedi, con la bici da montagna o con il trattore per il consueto taglio della legna. Anche il materiale usato per la pavimentazione - pietra calcarea - non sembra il massimo, visto che la zona è caratterizzata dal prevalere del porfido. Un centinaio di metri più avanti, infatti, si incrocia la forestale che proviene dal lago Santo con tratti pavimentati più opportunamente con "smoleri" di porfido.
Luogo apparentemente banale, ma importante per la storia e per la leggenda popolare, il passo di Sauch (o della Croccola) era uno dei valichi transitati dai viandanti diretti in Val di Cembra, verso la bassa Atesina e viceversa per Faedo. Il paese più piccolo e più elevato della Piana Rotaliana era nel Medioevo un centro minerario di cui si conservano ancora tracce nelle antiche gallerie di cui, da anni, si ipotizza un recupero parziale ad uso turistico. San Michele all’Adige, nel fondovalle, era invece un importante snodo di commerci e guado obbligato per la Val di Non.
Recentemente un gruppo di studiosi ha individuato alla Croccola uno dei luoghi di passaggio di Albrecht Dürer, il famoso artista del Rinascimento tedesco. In memoria di quel transito verso Venezia, avvenuto tra il 1494 e 1495, il sentiero che parte da Laghetti di Egna e che si dirige verso Cembra passando per il Lago Santo, è stato contrassegnato con un logo particolare. In nome di Dürer, sono stati celebrati anche gemellaggi con il borgo di origine dell’artista.
Triste la leggenda dalla quale trae origine il toponimo Croccola: si racconta che un feroce orso abbia assalito in quei boschi una donna, staccandole la testa (croccola). L’accadimento, probabilmente fantastico, è stato sinteticamente inciso in una vecchissima pietra di porfido una volta posta in bella vista nello stretto crocicchio ora diventato molto più largo.
I lavori, secondo quanto riporta la delibera della giunta comunale di Giovo, sono stati diretti a rimediare alla forte pendenza ed alle continue erosioni e danni con "conseguente pericolo per il transito dei mezzi impiegati per la coltivazione, controllo e salvaguardia del bosco". Per l’opera sono stati spesi quasi centoventimila euro, oltre la metà dei quali provenienti dal grazioso contributo di mamma Provincia. E ancora: ventisettemila euro sono stati prelevati dal piano forestale 2004, altri novemila ce li ha messi direttamente il Comune e quasi ventimila sono stati presi in prestito tramite l’accensione di un mutuo bancario.
I lavori sono stati autorizzati con prescrizioni (per fortuna!) dalla commissione provinciale per la tutela paesaggistico-ambientale, ed hanno ottenuto l’assenso del dirigente dell’ufficio forestale di Trento. Infine, anche la commissione edilizia di Giovo ha benedetto il progetto della strada, ormai due anni fa.