Alessandro Carbonare e il Quartetto Bernini

Gremita la Sala della Filarmonica che ha accolto Alessandro Carbonare e gli artisti del Quartetto Bernini per il penultimo concerto della stagione 2004. Una serata caratterizzata da un’eccezionale carica interpretativa, emersa fin da subito nel Quartetto n° 8, op. 110 di Sciostakovic, e affiancata dalla creazione di immagini sonore ben definite. Accattivante e di non facile esecuzione si è rivelata la Tango suite per clarinetto e archi in prima assoluta, dedicata da H. Stuppner ad Alessandro Carbonare. Immediato il riconoscimento di melodie di stampo leggero e popolare quali "La Macarena" e "La Cumparsita", rivisitate provocatoriamente in una scrittura che vuole ora accostare, ora contrapporre, le sonorità degli archi a quelle del clarinetto.

Ma il brano più atteso è stato sicuramente il Quintetto op. 115 di Brahms, che si può considerare un manifesto della poetica del compositore tedesco, caratterizzata com’è da una vena romantica sempre composta e rigorosa nell’aspetto formale. In questo brano di repertorio, Carbonare ha esaltato l’espressività e le capacità dinamiche del clarinetto con una tecnica e una pulizia sonora degne della sua fama.

Infatti Alessandro Carbonare (attualmente primo clarinetto presso l’orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia) è, a livello mondiale, il clarinettista che ha ottenuto il maggior numero di premi internazionali. Ha vissuto per 14 anni a Parigi, dove, con il ruolo di primo clarinetto solista presso l’Orchestre National de France è stato diretto da Muti, Osawa, Mazur, Chung, Dutoit; e nella stagione 2000 é stato invitato dai Berliner Philarmoniker a collaborare come primo clarinetto.

E’ anche membro del Quintetto Bibiena, con il quale si è esibito nei teatri e nelle sale più prestigiose. Ha inciso tutto il repertorio classico per clarinetto e da qualche anno si rivolge anche alla musica jazz.