Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Un juke-box di nome Vittorio

La storia di Vittorio Bonetti, cantautore ma soprattutto esecutore della canzone d'autore italiana alle Feste dell'Unità.

Giacomo Gullo

"Cos’è rimasto uguale da che ho cominciato a suonare alle Feste dell’Unità? La passione e l’impegno della gente. Sconfitte politiche e delusioni non hanno scalfito l’attaccamento di queste persone. Le Feste dell’Unità non han bisogno di lifting!".

Vittorio Bonetti, cantautore romagnolo, è ormai un pezzo di storia di queste manifestazioni. In una breve chiacchierata, ci racconta vent’anni di musica e passione alle Feste dell’Unità. A partire dall’ultima che lo vede ospite fisso di tante serate, la Festa de l’Unità sulla Neve di Folgaria: "Mi sembra che sia andata bene, anche meglio dell’anno scorso. Ci sono stati spettacoli toccanti, e ho visto molti giovani partecipare. Le mie serate? Mi è piaciuto soprattutto l’omaggio a De Andrè che ho proposto insieme al mio amico Roby Pellati. E’ stato molto emozionante".

La carriera musicale di Bonetti comincia negli anni ‘70, quando suonava in una band di rock psichedelico. Adesso le sue serate sono soprattutto un viaggio nella storia della canzone d’autore italiana, da Guccini a De Andrè, dai Nomadi a Gaber, non disdegnando puntate nella musica popolare, Bandiera Rossa e Bella Ciao comprese. La grande notorietà a livello nazionale non è arrivata, ma il nostro ha saputo conquistare ugualmente una cospiscua schiera di fans: "Il mio rapporto col pubblico va al di là dell’aspetto musicale. Sto bene in mezzo a loro, e negli anni si è creato qualcosa di speciale. Cerco di dare quello che posso e loro lo apprezzano". Qualcosa di speciale dev’essersi creato sul serio, se è vero che il suo pubblico è arrivato a raccogliere firme pur di averlo in una Festa de l’Unità, nella quale non era previsto in programma: "La storia della petizione mi ha fatto piacere, ma mi ha anche messo in imbarazzo. Dopo tanti anni c’è il rischio di essere ripetitivi, ma cerco sempre di dare qualcosa di nuovo al pubblico. E poi le canzoni che propongo, quelle del nostro patrimonio musicale, conservano sempre una certa attualità e una certa freschezza".

Non ci sono solo le canzoni degli altri, nella carriera di Bonetti. Vittorio parla volentieri del suo ultimo album, "Anime marine": "E’ un lavoro di cui sono molto contento. Ci sono poesie di altri che ho messo in musica e alcuni brani che avevo pronti da tempo e che mi sono deciso a incidere dopo una lunga attesa".

La ventennale storia di Bonetti alle Feste è anche un pozzo di ricordi: "Due anni fa, a Modena, a un certo punto arrivarono Fassino e D’Alema. Rimasero lì per tutta la durata del concerto a cantare insieme al pubblico. Una volta, invece, a Bormio, doveva esserci un concerto di Enrico Ruggeri. Ma l’impianto si guastò poco prima dell’inizio. Morale: toccò a me sostituire Ruggeri. La gran parte del pubblico rimase lo stesso: fu un’emozione fantastica suonare davanti a tanta gente!" .

Parole chiave:

Articoli attinenti

Nello stesso numero:
Ruggeri: artigianato d’autore

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.