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QT n. 17, 12 ottobre 2002 Monitor

“Festival Mozart”: tre concerti

La Mitteleuropaische Chor und Barockorchester (alla Chiesa Arcipretale di S. Marco); la Budapest Symphony Orchestra (all'Auditorium di Trento, purtroppo) e la Tafelmusik (a Villa Lagarina).

Decisamente un bel concerto quello che domenica 29 settembre ha chiuso il sipario sulla XV edizione del Festival Internazionale Mozart di Rovereto. Nella Chiesa Arcipretale di S. Marco, piena di persone che ogni anno non rinunciano a questo appuntamento, abbiamo ascoltato un interessante programma di musica sacra interpretato dal Mitteleuropaische Chor und Barockorchester, mirabilmente diretti dalla bacchetta del belga Barthold Kuijken.

Il Coro e l'Orchestra della Mitteleuropa.

La serata si è aperta con la Sinfonia in sol min. op6 n°6ed il Dies irae per soli, doppio coro ed orchestra del giovane Johann Christian Bach, figlio del grande Johann Sebastian e contemporaneo di Mozart, del quale è stata eseguita la Waisenhausmesse in do min. K47° per soli, coro ed orchestra. I due giovani musicisti si erano conosciuti a Londra nel 1763-64 durante uno dei viaggi intrapresi da Wolfgang Amadeus e la loro vicinanza affettiva nata allora risulta profonda se ci soffermiamo a considerare i tratti simili che presentano le due messe in programma, che vanno al di là della comune tonalità di do minore. Vera rivelazione della serata, la bellezza della sinfonia bachiana in tutta la sua tensione drammatica, resa ancor più viva dalle intenzioni di Kuijken, direttore dal gesto preciso ed efficace. In alcuni momenti della serata, vuoi il Credo della messa di Mozart o l’Allegro molto della Sinfonia di Bach, lo stacco di tempo da lui scelto ci è sembrato forse eccessivamente spinto in avanti, ma la bravura dei musicisti presenti ha reso sempre chiaro e decifrabile il fraseggio delle frasi musicali ed il pathos voluto dall’autore, regalandoci un’interpretazione veramente intensa. Ricordiamo che il coro e l’orchestra della Mitteleuropa coinvolge giovani musicisti provenienti da tutta Europa che si ritrovano in alcuni periodi dell’anno a frequentare degli stages di perfezionamento finalizzati all’allestimento di programmi di musica antica sotto la guida di Pàl Nèmeth, preparatore dell’orchestra, e di Romano Vettori, maestro del coro. In quest’occasione sono stati solisti nelle due messe ascoltate il soprano Sylva Pozzer, il controrenore Roberto Balconi, il tenore Luca Dordolo ed il basso Gerd Kenda.

Di minore coinvolgimento, a nostro avviso, è parso il concerto della Budapest Symphony Orchestra of the Hungarian Radio diretta da Tamàs Vàsàry, svoltosi presso l’Auditorium S. Chiara di Trento venerdì 27 settembre e facente parte sempre del Festival Mozart. Forse un programma profano dell’opera di Mozart (Ouverture dal Don Giovanni, Sinfonia "Jupiter", Concerto K467) può risultare meno drammatico di un programma sacro giocato quasi esclusivamente sul do minore, ma questo è tutto da dimostrare. Fatto sta che la direzione di T. Vàsàry, sebbene capace di un gesto ordinato ed elegante, non ha sempre trovato nell’orchestra una risposta coinvolgente. Con l’esecuzione del Concerto per pianoforte ed orchestra K467 in do maggiore la nostra attenzione è diminuita ulteriormente, ma non per l’interpretazione offertaci dai validi musicisti presenti sul palco, bensì per la fastidiosa resa acustica dell’Auditorium S. Chiara.

Non intendiamo aggiungere ulteriori polemiche a quante già ne sono state fatte a proposito della non ottimale acustica di questa sala, dal momento che la gente di Trento si è ormai rassegnata ad accettare questa situazione, ma ci chiediamo se valga ancora la pena di assistere ad un concerto di musica classica (intendiamo privo di amplificazione) a queste condizioni, ossia quelle di non poter godere appieno della musica eseguita poiché mai chiaramente decifrabile nelle intenzioni dei diversi interpreti. Così è successo durante il concerto di Mozart, dove la raffinata delicatezza delle quartine mozartiane del pianista Vàsàry si è persa attorno alla decima fila di poltrone, dove il fraseggio degli archi è stato prevaricato dalle entrate dei fiati, strumenti che per la loro posizione sopraelevata sul palco e praticamente frontale rispetto all’uditorio la fanno sempre da padroni all’Auditorium. Dispiace maggiormente per i musicisti che impegnano una buona parte della loro vita a cesellare mirabilmente una frase musicale o a rendere un emozionante pianissimo strumentale a fil di voce e che, purtroppo, in condizioni non ottimali vedono vanificata la propria fatica.

Dei numerosi appuntamenti in cartellone al Festival di Rovereto abbiamo avuto l’occasione di assistere ad un altro evento: la Tafelmusik organizzata sabato 28 settembre dall’Associazione Mozart Italia a Villa Lagarina. Quello che erroneamente credevamo un concerto mozartiano accompagnato da una cena a tema, si è invece rivelato una "serata di gala" delle associazioni mozartiane straniere presenti al Festival con sottofondo musicale. Ma giustamente era proprio questa l’intenzione degli ideatori della serata. Come recita il programma-menu, la Tafelmusik è il gradevole connubio tra musica e tavola nato nelle corti dei nobili per allietare pranzi e banchetti, dove la musica veniva "spesso sommersa da un confuso vociare, dagli ordini imperiosi dei cerimonieri, dai rumori di posate e stoviglie, dagli strilli delle servette". Forse la scelta di un luogo diverso per l’allestimento del convivio, magari una o più sale di minor capienza e maggiore intimità, avrebbe dato la possibilità di godere maggiormente della musica di Mozart proposta dall’ottimo ottetto di fiati presente all’appuntamento.

Terminate le fatiche del Festival Internazionale Mozart, l’A.M.I. di Rovereto si è già organizzata per la nuova stagione delle "Matinées in casa Mozart" che ospiterà a Palazzo Todeschi i pianisti allievi della Scuola di Perfezionamento del maestro L. Margarius.

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