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QT n. 13, 29 giugno 2002 Servizi

Sardagna, presente e futuro di un sobborgo di Trento

A cinque minuti dal centro un piccolo borgo, che gode di una vista mozzafiato e di una specifica identità. eppure l'urbanesimo...

Daniele Valersi

Chi non è mai stato a Sardagna ne resterebbe piacevolmente sorpreso la prima volta che ci si recasse: a pochi minuti da Trento, anzi, dal centro, il sito offre uno spettacolo grandioso dal punto di vista paesaggistico; dal bordo della rupe che strapiomba sulla destra dell’Adige si gode di una vista impareggiabile della città. Il nucleo abitato è di antica fondazione e possiede un’identità marcata, molto sentita dagli abitanti; il tragitto necessario per raggiungerlo da Trento è breve, ma la sensazione di lontananza e distacco che si prova non è rapportabile alla distanza.

Questo sobborgo negli ultimi tempi ha acquistato in visibilità conseguentemente alle attività del Centro Congressi Panorama, nato dall’acquisto e ristrutturazione dell’ex albergo omonimo da parte dell’Opera Universitaria e che, nel contesto locale, fa polo a sé stante la cui orbita ha scarse motivazioni di intersecare quella del nucleo storico del paese. Per il momento ospita infatti solo convegni e workshops di breve durata, non vi sono previste attività residenti. Nonostante a suo tempo fossero state avanzate le ipotesi più disparate circa la destinazione del voluminoso stabile (nuovo albergo, centro residenziale, casinò), la soluzione infine scelta è risultata la più dignitosa per recuperare e utilizzare quello che era ormai diventato una specie di "cattedrale sulla montagna", fatiscente e ingombrante. Il panorama suggestivo è infatti la sola attrattiva che il luogo può offrire: decisamente poco per attirarvi un flusso tale da consentirne una gestione in attivo.

Sardagna è attualmente una circoscrizione del Comune di Trento, una di quelle in cui il fenomeno dell’urbanesimo è più contenuto e meno visibile; è però anche la frazione che ha visto, nel giro di pochi decenni, ridursi drasticamente quando non sparire definitivamente tutte quelle attività e servizi che rendono un paese vivo e autonomo. Se altrove, per quanto riguarda negozi e pubblici esercizi, vi è stato un continuo rinnovamento ed incremento e l’abbandono ha riguardato solo una tipologia ridotta di categorie commerciali, a Sardagna quando un negozio chiude è per sempre. Chi scrive ricorda quando in paese erano aperti la macelleria, tre negozi di alimentari, una merceria, tre bar e soprattutto il tabacchino di Enrica Demozzi (la Richeta), che nell’immaginario di chi a quei tempi andava a scuola, assomigliava all’emporio di un villaggio di frontiera, dove si potevano comprare gli articoli più disparati ed impensabili.

La situazione attuale evidenzia in modo lampante i traumi di cui il tessuto socio-economico di una comunità può risentire nel corso del processo di evoluzione della società, anche se la città è lì a pochi chilometri.

Tuttavia la popolazione è molto legata alla propria identità sardagnola, che vive attraverso le molte attività delle associazioni volontarie, nello sport, nei tradizionali momenti di aggregazione, nella cura del territorio. In questo contesto l’ipotesi di un accorpamento della circoscrizione con Sopramonte, uscita verso la fine dello scorso anno dallo studio dell’Assessore comunale al Decentramento, ha suscitato reazioni contrapposte. Oltre alla prevedibile levata di scudi contraria alla proposta, vi è chi vede in questa prospettiva nuove potenzialità di sviluppo, anche perché l’eventualità dell’accorpamento riguarda anche Povo con Villazzano e le circoscrizioni urbane, che da tre sarebbero ridotte a due. Questa ristrutturazione è posta nell’ottica di dare maggiore importanza alle circoscrizioni, la cui funzione è attualmente solo consultiva, con l’assegnazione di nuove competenze e la creazione di specifici capitoli di spesa da affidare alla circoscrizione. E’ chiaro che maggiore è la consistenza della circoscrizione e maggiore sarebbe l’efficacia degli interventi, con minori rischi di spreco. Chi vi si oppone teme soprattutto un’ulteriore perdita di identità per la comunità, probabilmente vista come perdente se affiancata ad un’altra più "forte"; vi è tuttavia anche chi sullo spirito di campanile imbastisce delle speculazioni politiche.

La maggioranza DS che guida la circoscrizione, che da poco ha superato le difficoltà di un gioco allo sfascio portato avanti dai socialisti all’opposizione, vede soprattutto il rischio che, per amore di campanile, Sardagna perda l’occasione di associarsi a una linea di tendenza positiva, che punta al rinnovamento e all’ottimizzazione delle risorse, per cui si mostra ricettiva alla proposta. Solo quando si riusciranno a valutare le conseguenze effettive di un tale piano si potrà giudicarne la positività. Il modello a cui si rifà l’assessore Panetta è mutuato da alcuni comuni del Nord Italia con consistenza ben maggiore di Trento, con circoscrizioni che contano anche 50.000 abitanti.

Un passo ulteriore verso il rinnovamento degli enti territorialmente competenti, non ancora intrapreso finora, sarebbe quello di trovare una "via trentina" per devolvere alcune competenze alle circoscrizioni, ma senza che ne vada perduto il ruolo di interpreti dal basso degli atti amministrativi e di vigilanza sul territorio.

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