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Dirigenti statali: una proposta pericolosa

I dirigenti dello Stato lottizzati per legge?

E’ in discussione al Senato la proposta di legge del Governo n° 1052, che ha per oggetto il riordino della dirigenza statale.

Alcune norme relative al reclutamento, alla temporaneità degli incarichi, alla mobilità all’interno del settore ricalcano precedenti riforme e sono condivisibili. I Governi presieduti da Ciampi prima e da Prodi poi avevano separato l’indirizzo politico dalla gestione, stabilendo che il primo era di competenza dei politici, la seconda dei funzionari e dei dirigenti. Si era capito finalmente che era necessario ripulire la struttura amministrativa da funzionari scelti per ragioni partitiche, dato che la lottizzazione degli incarichi aveva determinato inefficienze, irresponsabilità, corruttele, nepotismi e ritardi. Ognuno comprende che il reclutamento della dirigenza di Stato e degli Enti di nomina governativa è fondamentale per avere una amministrazione efficiente, trasparente, corretta e con un forte senso dello Stato. Senza una buona amministrazione nessun governo, sia di sinistra che di destra, può governare.

La proposta di legge in discussione al Senato contiene alcune norme che rischiano un ritorno al passato, capovolgendo anche dal punto di vista costituzionale la struttura della pubblica amministrazione. Per esempio l’art. 3 dispone che " gli incarichi di funzionario dirigenziale cessano decorsi 90 giorni dal voto sulla fiducia al Governo".

Al di là del chiarissimo dato letterale ("cessano"!), cosa può significare? Le ipotesi sono due: o i funzionari vengono riconfermati nei loro incarichi, ovvero vengono sostituiti. In altre parole il Governo che vince le elezioni, sia di destra che di sinistra, potrebbe disfarsi di migliaia di funzionari pubblici e procedere alle nuove nomine secondo criteri di appartenenza politica con reale pericolo di lottizzazione generalizzata e di pratica occupazione di tutta la struttura dello Stato. Sarebbe lo "Spoil System" (chi vince prende tutto) in assenza dei contrappesi e dei controlli, interni e esterni, che sono invece presenti negli USA.

E’ malizioso ma facile prevedere cosa succederà, se la legge verrà approvata: migliaia di dirigenti giureranno fedeltà al nuovo Governo (di destra o di sinistra) o non gli sarà rinnovato l’incarico. Ogni ministro potrà scegliersi amici fidati, anche se incapaci, con la conseguente pestifera lottizzazione. Un grave passo indietro e un nuovo conflitto costituzionale. L’articolo 97 della Costituzione dispone infatti tra l’altro: "I pubblici uffici sono organizzati in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità della amministrazione. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso".

Mi auguro che questa legge non passi sotto silenzio e che tutto il centro sinistra si batta con determinazione per la sua modifica.

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