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QT n. 9, 4 maggio 2002 Scheda

Argentina, dal peronismo al tracollo neoliberista

Paolo Moiola

1943-1974: Juan Domingo Perón

Nel 1943 entra sulla scena argentina Juan Domingo Perón, uno sconosciuto colonnello rientrato dopo un periodo trascorso nell’Italia mussoliniana e nella Spagna franchista. Come segretario di stato al lavoro diventa molto popolare fra i proletari e la classe media. I generali prima lo costringono alle dimissioni, ma poi sono costretti a richiamarlo sull’onda delle manifestazioni popolari (famosa è la protesta del 17 ottobre 1945, nota come la manifestazione dei "descamisados", i "senza-camicia"). Perón è eletto presidente nel 1946 e, dopo una modifica ad hoc della costituzione, viene rieletto nel 1951. Nel 1955 è spodestato e costretto alla fuga. Rientra nel ‘73 e viene rieletto col 62% dei voti. Muore il 1° luglio 1974.

1976 - 1983: gli anni della dittatura militare

Il 24 marzo 1976 assume il potere una giunta militare formata dai comandanti delle tre armi (esercito, marina, aviazione). Viene nominato presidente il generale Jorge Rafael Videla, comandante dell’esercito. Sono sette anni di piombo. La dittatura fa sparire circa 30.000 persone, mentre a migliaia, intellettuali e liberi professionisti, vanno in esilio.

1983 - 1989: Raul Alfonsin

Vince le elezioni Raul Alfonsin. Cedendo alle pressioni delle forze armate, Alfonsin fa promulgare le leggi "de punto final" (1986) e "de obediencia debida" (1987) che lasciano senza sanzioni e in libertà i colpevoli dei crimini della dittatura, tranne gli alti gradi della gerarchia. Sarà Carlos Menem a completare l’opera con due indulti (nel 1989 e 1990) ad hoc per tutti i comandanti: Videla, Viola, Massera e altri.

1989 - 1999: Carlos Menem

In 10 anni di governo Carlos Menem applica un ferreo modello neoliberista privatizzando tutto ciò che si può privatizzare. Dalle casse dello stato scompaiono buona parte dei miliardi generati dalla vendita dei beni pubblici.

27 marzo 1991: parte la parità peso-dollaro

Il ministro Domingo Cavallo fa approvare la "Ley de convertibilidad", secondo la quale il peso argentino si cambierà 1 a 1 con il dollaro statunitense. Finisce l’inflazione a 3 cifre, ma è anche l’inizio della fine per il sistema industriale del paese, troppo debole per resistere alla concorrenza dei prodotti importati. Chiudono le industrie, aumenta la disoccupazione.

Ottobre 1999: vince Fernando De la Rua

Con il 48,5% dei voti, Fernando De la Rua vince le elezioni presidenziali, sconfiggendo Eduardo Duhalde, candidato del Partito giustizialista (peronista).

20 marzo 2001: il ritorno di Cavallo

Schiacciato dai problemi, il presidente De la Rua chiama al capezzale dell’economia argentina Domingo Cavallo, l’uomo che aveva sviluppato il modello di Menem.

7 giugno 2001: arresto di Menem

L’ex presidente Carlos Menem viene arrestato con l’accusa di aver gestito un traffico d’armi con Ecuador e Croazia.

Dicembre 2001: la rivolta popolare

Il 3 dicembre il ministro Cavallo vara il "corralito": nessuno può ritirare dalla banca più di 500 pesos/dollari. In pratica, le banche e lo Stato confiscano il denaro di milioni di argentini. E’ la goccia che fa traboccare un vaso stracolmo.

2 gennaio 2002: Eduardo Duhalde

I due rami del Congresso eleggono presidente Eduardo Duhalde. Dovrebbe rimanere in carica fino al 10 dicembre 2003. In soli 13 giorni l’Argentina ha avuto 5 presidenti: Fernando De la Rua, Ramón Puerta, Adolfo Rodriguez Saá, Eduardo Camaño e Eduardo Duhalde.

6 gennaio 2002: fine della parità

Il governo stabilisce un nuovo cambio tra dollaro e peso: 1 dollaro è uguale a 1,40 pesos. Si tratta di una svalutazione del 28,6%.

4 febbraio: la "pesificación"

Il ministro dell’economia, Jorge Remes Lenicov, annuncia un nuovo piano economico e finanziario. Tutti i depositi in dollari vengono trasformati, obbligatoriamente, in pesos al cambio di 1,40. Esempio: chi ha un deposito bancario di 10.000 dollari si ritroverà con 14.000 pesos. Viene confermato il "corralito", in base al quale non si possono ritirare più di 300 pesos a settimana. Il dollaro sarà libero di fluttuare in base alla domanda e all’offerta.

15/23 aprile 2002: il peso affonda, le banche chiudono

Un peso vale 2,99 dollari. Nel giro di 3 mesi la valuta argentina si è svalutata del 200%. Il 22 le banche chiudono a tempo indeterminato per mancanza di liquidità. Il 23 aprile il ministro dell’economia, Remes Lenicov, si dimette.

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Paolo Moiola

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