Quartetto Tokio vs. Duomo
Concerto dedicato a Brahms del Quartetto Tokio alla Sala Filarmonica: precisione e armonia tecnica impressionanti. Poi, le campane della cattedrale...
Piccole variazioni nel programma del quartetto Tokio, domenica 25 novembre; infatti si è trattato di un concerto tutto dedicato a Brahms. Il programma stilato all’inizio della stagione comprendeva anche un’opera di Joan Tower, cancellata insieme al nome di Naoko Shimizu dal programma effettivo. Il concerto ha avuto inizio con il quintetto per archi in fa maggiore op.88, un tripudio di sfumature sonore nell’interpretazione di questi artisti eccezionali. L’ultimo movimento, un Allegro energico di focosa immaginazione, ha colpito il folto pubblico riunito alla Sala della Società Filarmonica per il comprimersi di suoni.
Difficile rintracciare una gerarchia nel quartetto, dal momento che tutti i musicisti sembravano volersi rubare l’ultimo colpo d’archetto l’un con l’altro; una situazione in cui la Walther appariva essere assolutamente risoluta a non lasciarsi appannare, infatti è riuscita a fondersi con la "voce" degli altri strumenti pur mantenendo una linea melodica decisa. Quando i Tokio sono rientrati in sala per l’esecuzione del quartetto in do minore op.51 n.1, l’assenza della viola solista è stata compensata da una precisione e un’armonia tecnica impressionante. Ogni nota correva come una goccia su un vetro appannato in una giornata di pioggia fitta, semplice, perfetta, limpida e vigorosa. Unico neo, di cui sono riusciti a sorridere gli artisti, ma noi comuni mortali abbiamo sentito il bruciore, come sale sulle ferite, il prolungato suono delle campane.
A questo punto occorre chiedersi se è possibile andare avanti così. Qual è il vantaggio di un’acustica ottimale se poi il suono deve continuamente essere umiliato dai più svariati rumori provenienti dalla strada? Comprensibilmente, le campane hanno il diritto di suonare quando e come pare a coloro che le possiedono, ovviamente chi passeggia per strada ha diritto di chiacchierare a voce alta e i camion della pulizia stradale presto o tardi passano per tutti... Inoltre molto spesso non hanno la benché minima idea del fastidio che provocano a questa particolare realtà musicale; ma non è proprio possibile fare qualcosa? Si dovrà continuare ad andare ai concerti in Filarmonica sperando che il mondo esterno si muova con la sordina?
Mentre risuonavano le note finali del quintetto in Sol maggiore op.111, accompagnate dall’ultimo scampanio del Duomo, il pubblico poteva comunque considerarsi fortunato: quasi tutte le pause sono coincise con i colpi più ostinati delle campane. Il tempo di un bis e il quartetto Tokio e Geraldine Walther erano già un ricordo dai contorni sfumati, come tutti i ricordi, perfetto, mistico, privo di perticolari sgradevoli.