Falso in bilancio, nuovo look
Una legge da repubblica delle banane.
Il 3 agosto 2001 la Camera dei deputati ha approvato un disegno di legge delega per la riforma del diritto societario. Ora deve passare al Senato per la sua definitiva approvazione. La materia è assai delicata, specie in un momento di accelerato sviluppo dell’economia su scala europea e mondiale. Un sistema economico è sano e competitivo se è trasparente, in modo da garantire un’effettiva concorrenza fra le imprese. Alcune norme penali tendono appunto ad assicurare la affidabilità dei soggetti economici.
Una di queste norme regola il falso in bilancio, una delle più importanti fra quelle indicate nel libro V del codice civile. Si tratta di un reato plurioffensivo, perché gli interessi protetti sono numerosi: quello dei soci, dei creditori, dei risparmiatori, dei terzi produttori o consumatori, e in generale la fede pubblica e l’ordine economico. Attualmente l’art. 2621 CC al n.1 prevede due ipotesi di reato:
1. esposizione di fatti non rispondenti al vero sulla costituzione e sulle condizioni economiche della società (chepuò essere fatta apparire florida quando è invece sull’orlo del fallimento);
2. occultamento totale o parziale di fatti concernenti le condizioni medesime (per esempio, costituzione di fondi neri).
Si tratta in sostanza di una frode, che si concretizza nell’intenzione di ingannare mediante l’uso di artifici e raggiri; nella intenzione di danneggiare provocando ad altri un ingiusto danno; e infine nello scopo di conseguire un ingiusto profitto.
Possono esservi dei casi in cui manca il danno ai soci o ai creditori, ma il falso in bilancio provoca sempre un danno alla fede pubblica e all’ordine economico. Esso è attualmente punito con una pena che va da 1 a 5 anni di reclusione, oltre ad una multa.
Le legislazioni europee sono sulla stessa linea. L’Inghilterra, la Germania, la Francia e anche la Spagna considerano il falso in bilancio un reato molto grave, non solo quando produce un danno al patrimonio dei soci o dei creditori, ma per il solo fatto che lede la affidabilità e l’onorabilità di un paese e del suo sistema economico e produttivo. Non vi è dubbio che la falsificazione di un bilancio, specie se la società è grande e potente, può avere effetti devastanti: aumento dei prezzi, bolle speculative, crolli in borsa, ecc.
Un bilancio truccato è come la faccia di Gerione, il mostro che traghetta Dante e Virgilio in Malebolge, al cerchio ottavo, dove sono puniti i fraudolenti. Gerione, il gran biscione, viene definito "sozza imagine di froda", ma secondo Dante il suo volto ha un’apparenza onesta, affidabile, che nasconde il pungiglione velenoso dello scorpione. Proprio come un bilancio truccato, che nelle sue pieghe nasconde la frode del falso.
La legge delega approvata dalla Camera dei Deputati il 3 agosto 2001 si allontana dai criteri vigenti e in sostanza diminuisce (invece di aggravare) l’importanza penale del falso in bilancio, ponendo l’Italia fuori del quadro normativo della disciplina europea e internazionale.
Nel suo art. 11 essa prevede due ipotesi: una falsità senza danno ai soci e ai creditori per la quale è prevista una pena irrisoria di 1 anno e 6 mesi di reclusione. L’altra ipotesi è invece quella del falso con danno; a seconda che la società sia quotata in borsa o no, la pena nel primo caso è da 1 a 4 anni di reclusione; nel secondo caso occorre la querela e la pena è da 6 mesi a 3 anni di reclusione. Il danno ai terzi, ai concorrenti, ai risparmiatori, alla fede pubblica, sembra divenuto ininfluente o marginale. In ogni caso la gravità del reato è diminuita, e la pena è ridotta.
Non si sfugge all’impressione che la maggioranza governativa di centro-destra abbia formulato il disegno di legge non in vista dell’interesse dell’economia generale del Paese, ma per sanare alcune situazioni processuali del Presidente del Consiglio on. Berlusconi. Costui è imputato di falso in bilancio in tre processi: All Iberian, Sme e Milan Spa. In base alla normativa vigente (art. 2621 CC) la prescrizione sarebbe ancora lontana. Se invece il nuovo testo approvato dalla Camera diventa legge e si traduce in un decreto legislativo ad hoc, poiché la pena più grave è diminuita da 5 anni a 4, la prescrizione è già scattata e Berlusconi dovrà essere prosciolto. Una vergogna giuridica e politica che deriva dall’irrisolto conflitto di interessi. Berlusconi imputato e Presidente del Consiglio dà carico ai suoi avvocati divenuti deputati di fare una legge che lo salvi dalle condanne.
Subito dopo il voto della camera il giornale conservatore inglese The Economist ha scritto: "Anche gli elettori di una repubblica delle banane si vergognerebbero della nuova legge sul falso in bilancio".