Vogliamo smetterla?
Il 31 maggio da diversi anni viene considerato una giornata mondiale di lotta contro il tabacco, e per l’occasione il Ministero della Sanità ha promosso a Roma il III° convegno nazionale su "Tabagismo e servizio sanitario nazionale". Da diverse parti si propone di utilizzare la giornata a convincere i fumatori a non fumare almeno per un giorno e a donare i soldi risparmiati a fin di bene.
Si inventano le trovate più stravaganti, tutte animate dalla stessa finalità: convincere i fumatori a smettere un’abitudine che comporta conseguenze negative alla salute propria e di chi ci sta vicino.
Per riuscire nell’intento non occorrono allarmismi né terrorismo, ma semplicemente ragionevolezza e forza di volontà.
Non è terrorismo, ma un necessario dato di partenza ricordare che in Italia il tumore polmonare causa circa il 29% delle morti per tumore nei maschi ed il 6% nelle femmine. La mortalità per questa neoplasia è cresciuta drammaticamente negli ultimi decenni, passando da 6.000 decessi nel 1959 a 30.000 nel 1989 e, negli ultimi anni, i casi sono in continuo aumento.
Si riuscirà ad invertire questa tendenza quando si riuscirà a ridurre il numero dei tumori prodotti dal fumo, e a questo scopo il primo intervento da attuare è la prevenzione, che significa anzitutto informazione.
Fra gli interventi di tipo educativo, un’azione mirata andrebbe svolta particolarmente nei confronti delle ragazze, tra le quali l’abitudine al fumo è in aumento e che sono oggetto di campagne rivolte al pubblico femminile da parte dell’industria del tabacco; e più in generale sui giovani, che risultano essere poco informati,in particolare sui rischi derivanti dal fumo passivo (per il quale, tra l’altro, rimandiamo ad un nostro articolo precedente, Se i colleghi ti affumicano).
Il dovere civico e morale di rispettare chi ci sta intorno, purtroppo, non viene abbastanza considerato come obiettivo primario dell’educazione, mentre le istituzioni non sono riuscite a realizzare informazioni dettagliate e specifiche rispetto a questo aspetto del problema.
Per quanto riguarda l’attuale situazione normativa, la regola fondamentale è data dalla legge 11 ottobre1975 n. 584, che ha introdotto il divieto di fumare in determinati locali (scuole, ospedali, locali chiusi adibiti a pubblica riunione, sale cinematografiche, teatrali e simili…). Per far rispettare questo divieto, spesso il Codacons ha organizzato blitz antifumo, uno addirittura presso il tribunale di Roma, che ha provocato un fuggi fuggi di giudici e avvocati con la sigaretta tra le mani.
In applicazione di tale normativa, si è sviluppata una vasta giurisprudenza, tesa soprattutto a salvaguardare la figura del fumatore passivo; questa prassi ha portato, nel ‘95, all’emanazione di una Direttiva del Presidente del Consiglio che ha allargato il campo di applicazione del divieto di fumo a tutti i locali aperti al pubblico ed ha imposto a tutti gli esercenti un pubblico servizio l’obbligo di predisporre un cartello indicante il divieto, la normativa esistente in materia e le conseguenti sanzioni.
In pratica la giurisprudenza, in particolare la Corte Costituzionale, tra diritto del singolo a fumare, e quello del non fumatore a vivere in un ambiente salubre, ha riconosciuto che la libertà di fumare deve sottostare al rispetto del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione.
Per quanto riguarda la provincia di Trento, riteniamo utile che si agisca in due direzioni, svolgendo un’azione:
- di recupero di coloro che hanno intenzione di smettere di fumare, e in tale direzione già lavora l’associazione A. M. A. (Auto Mutuo Aiuto), che organizza corsi di formazione sull’auto mutuo aiuto nell’ambito della dipendenza da fumo (Trento, via Petrarca 8, tel. 0461-239640).
- di prevenzione nei confronti di coloro che ancora non hanno intrapreso la strada del tabagismo, con corsi organizzati in tutte le scuole dell’obbligo della nostra Provincia.
A questo proposito, come Codacons, abbiamo approntato il progetto di una campagna di informazione preventiva da diffondere in tutte le scuole; trattandosi però di un programma alquanto articolato e ambizioso, esso presenta un costo che non siamo in grado di sostenere, per cui rivolgiamo un appello ad associazioni, enti pubblici e privati, sensibili alla problematica del tabagismo, affinché si rendano disponibili a finanziare il progetto stesso
Per contattarci: Codacons, Passaggio Peterlongo n. 2, Trento; tel. 0461.260925. Orario: martedì e giovedì, 16.30-18).