Valdastico: lontano dall’Europa
La questione del traffico nei territori alpini.
Il blocco dell’autostrada del Brennero organizzato dal Transitforum Austria per il 23 e 24 giugno, ha ridato visibilità al maggiore problema ambientale delle Alpi e in particolare dell’asse del Brennero. In preparazione della manifestazione, il 19 a Monaco di Baviera è stata organizzata una conferenza stampa di esponenti verdi di Tirolo, Sudtirolo, Baviera e Trentino, ripetuta il 20 a Bolzano. Questi avvenimenti ripropongono la questione del traffico nelle Alpi dal punto di vista delle popolazioni, della loro salute, dell’ambiente, dell’economia alpina.
Negli ultimi mesi infatti, si è ripreso, soprattutto in Trentino a parlare della viabilità come di un problema di infrastrutture, ritornando ad una cultura degli anni Sessanta e Settanta. Anche in Val Pusteria si sentono voci disponibili alla costruzione dell’Alemagna, e a Belluno ci si affretta a dire che non è il progetto della Batia, ma qualcos’altro, come se facesse differenza. In questo ambito, si comprende lo sconcerto della popolazione, che a Trento ha votato alle ultime elezioni regionali una coalizione come quella di centro sinistra che si dichiarava complessivamente ostile al progetto della Valdastico, e che oggi si trova di fronte ad un voltafaccia aperto o alla forte disponibilità a realizzare questa strada.
Un progetto sciagurato, che distruggerebbe una valle bellissima, e che porterebbe sull’autostrada del Brennero un ulteriore forte aumento di traffico pesante. Un progetto che contrasta apertamente con l’intenzione dichiarata di voler spostare il traffico dalla strada alla rotaia. Anche nella SVP si sentono voci critiche verso la PiRuBi, ma si tratta di un partito di raccolta, e quindi contiene tutte le posizioni.
Quali interessi vengono rappresentati dalla politica regionale? Quelli dei cittadini o quelli dei costruttori di infrastrutture?
Che cosa ci fanno Dellai e Durnwalder a Bruxelles?
Quale politica perseguono, quando chiedono alla commissaria europea Loyola de Palacio di finanziare il tunnel di base del Brennero e a Trento danno il via libera al presidente dell’A22 per trasformare la corsia d’emergenza in una terza corsia, investendo una cifra enorme per allargarla fino a m. 3.75, una misura richiesta non dalla sicurezz ma dall’intenzione di usarla come corsia normale sia pure nei giorni di emergenza che diventeranno sempre più numerosi?
Da un lato non si fa alcun investimento per migliorare la linea ferroviaria attuale, non si usano i soldi dell’autonomia né si usa il potere dell’autonomia per far sì che la capacità inutilizzata della linea ferroviaria per il trasporto merci, - che ammonta a più di due terzi ! – venga finalmente presa in considerazione. Non si sostiene nelle sedi deputate l’introduzione di una tassa sul traffico pesante che cominci a rendere concorrenziale la ferrovia, come si sta facendo in Svizzera e come suggerito dallo studio della UE "Horizon 2010".
Dall’altro lato, invece di affrontare una situazione insostenibile, si dà vita al GEIE del tunnel del Brennero che darà da mangiare a parecchi con denaro che difficilmente avrà un esito e distrarrà l’attenzione dai necessari urgenti interventi sulla linea esistente e sulle misure fiscali.
Il ministro dei trasporti austriaco ha detto no al tunnel, il responsabile delle FS ha dichiarato che con l’inaugurazione del tunnel di Fleres la situazione in tre anni cambierà radicalmente, la Fercam ha dato vita ad una società di trasporto combinato. I nostri politici invece continuano a pellegrinare invocando il diritto di realizzare megaprogetti sia autostradali che ferroviari che ridurrebbero il territorio regionale ad una brulla terra di passaggio.
Chi in Trentino si lascia accecare dagli slogan veneti dello "sbocco a nord", dovrebbe andare nel centro dell’Europa, a vedere come la scelta a favore del trasporto ecologico renda i Paesi radicalmente diversi da quel paesaggio desolato e rumoreggiante che i nostri politici vorrebbero per noi, e come la leva fiscale, se bene usata a favore di uno sviluppo sostenibile, possa contribuire a finanziare un benessere nuovo e duraturo.