Potre aperte alla destra razzista
L’ultimo exploit del sindaco Van Staa.
Il nostro magnifico sindaco, appena rieletto, ne ha combinata una di troppo. E’ nei guai, e questa volta perfino la (spesso docile) stampa locale lo critica in modo massiccio.
Il 12 e 13 maggio, a Innsbruck si teneva un raduno dei camerati dei Burschenschaften e Landsmannschaften, cioé di organizzazioni accademiche della destra pangermanica.
E’ pur vero, una volta questi camerati erano dei liberali: nel lontano 1848, quando formavano l’avanguardia della rivoluzione repubblicana. E il partito pangermanico, in Austria, nel primo novecento, era un partito democratico, anti-absburgico, anticlericale. Ma quando, dopo l’invasione tedesca del 1938, uno di questi Burschenschaften si sciolse volontariamente, lo fece per aderire, fieramente, al movimento degli studenti nazionalsocialisti. Molti attivisti, già prima dell’Anschluss erano membri del (allora illegale) partito nazionalsocialista in Austria.
Dopo la liberazione, queste organizzazioni erano un covo di nostalgici dell’ impero tedesco, di revisionisti storici, di negatori dell’olocausto: una destra eversiva, antisemita e filo-nazista.
Anche gli autori di alcuni degli attentati dinamitardi nel Sudtirolo (quelli della ‘seconda generazione’) provenivano da queste organizzazioni. Un recente rapporto del ministero degli Interni (pubblicato dal nuovo governo di popolari e Freiheitlichen) le accusava di estremismo di destra e di malcelate simpatie per il nazionalsocialismo.
Il rettore dell’università di Innsbruck, prof. Moser, ha rifiutato di concedere l’aula per questo raduno della destra estrema, presentato dagli organizzatori come una innocua "accademia" sull’Europa del duemila (l’Europa, beninteso, "delle patrie", di cui bisogna difendere la purezza etnica contro i pericolo del multiculturalismo e contro la soffocante burocrazia del centralismo dell’Unione Europea), e come Festkommers, cioè uno di quegli allucinanti rituali di ubriacatura collettiva .
Fra i relatori e gli ospiti d’onore dell’accademia, il fior fiore degli intellettuali della destra oltranzista di lingua tedesca (e alcuni individui in odore di erversivismo, ben noti alla Digos nostrana) - e il nostro magnifico sindaco.
In mancanza di spazi universitari, il raduno si è tenuto nel centro congressi e nella sala comunale. Mentre un migliaio di cittadini in corteo passavano per la città gridando la loro rabbia contro questo raduno sciovinista ed antidemocratico, e mentre tutti i partiti e la stampa del centro e della sinistra si davano da fare per emarginare questa destra radicale, il sindaco della capitale del Tirolo (ed aspirante presidente del partito popolare in provincia) era impegnato in un discorso di benvenuto a questa destra.
A suo dire, voleva agire da ambasciatore del pensiero europeista e democratico, per iniziare un dialogo critico anche con queste frange della destra.
Ma quello che ha detto davanti ad un centinaio di camerati (che lo hanno osannato) e a qualche allibito giornalista, era peggio del peggio di Joerg Haider.
I camerati razzisti e xenofobi? Nemmeno per sogno: "una enorme diffamazione". Quelli del corteo antirazzista: "infami calunniatori". I Burschenschaften: "democratici di ferro", sin dal 1848, gente per bene, le cui idee, a volte, non piacciono al sindaco (bontà sua!), ma sempre idee legittime e rispettabili nell’ambito del normale pluralismo democratico (si tenga presente che agli organizzatori del raduno perfino l’agenzia europea contro il razzismo e la xenofobia, fondata a Vienna pochi giorni fa, è apparsa una "minaccia" contro l’Europa delle patrie e la purezza della razza). La sinistra, cioé verdi e socialdemocratici, che appoggiavano il corteo di protesta, invece, per il sindaco, è gentaglia "caotica", "persone che non rispettano la democrazia", sessantottini "filo-terroristi".
Con questo discorso - così il riassunto ironico di Tip, bimensile cittadino (edito dalla casa editrice della Tiroler Tageszeitung, al di sopra di ogni sospetto di simpatie per sessantottini veri o presunti) - il sindaco ha ufficialmente annunciato la sua candidatura per la presidenza del partito. Dei Freiheitlichen, per intenderci, il cui congresso provinciale doveva tenersi in settimana.
Il 18 maggio, l’opposizione in Consiglio comunale voleva discutere di questi fatti ma la maggioranza del sindaco non ha voluto saperne. Quel discorso, che Van Staa ha voluto fieramente tenere in qualità di sindaco, non di un uomo politico qualunque, non sarebbe materia di competenza del Consiglio. Tolta la parola ai consiglieri verdi (per aver infranto l’ordinamento, parlando di materie non sull’ordine del giorno), zitto il Consiglio, l’ordine regna sovrano.
Il 23 maggio, il nostro ha voluto farsi rieleggere presidente della Camera dei Comuni nell’ Assemblea di Comuni e Regioni del Consiglio Europeo di Strasburgo. Saremo dei traditori della patria, ma in ogni caso, il testo del discorso del sindaco noi lo abbiamo diffuso fra i gruppi di questa assemblea. Ché non ci vengano a dire che non sapevano chi stavano per eleggere.