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Perdere è difficile, vincere anche

Moser e Messner: per fortuna sono due sportivi

"Moser: con la politica ho chiuso" - titola L’Adige del 15 giugno riferendo della seconda trombatura in pochi mesi dell’excampione di ciclismo (prima alle regionali, poi alle europee). Il quale Moser, malgrado sia da parecchi anni ormai sulla scena politica, reagisce come una ignara verginella: gli avevano promesso un posto a Strasburgo e non gliel’hanno dato, discorso chiuso. Non lo sfiora nemmeno l’idea che certi suoi atteggiamenti da assessore abbiano stufato i trentini, che i suoi spot della recente campagna elettorale, tanto goffi quanto inconsistenti, non abbiano convinto nessuno, che il fatto di saltare dal Patt al Ccd abbia suscitato perplessità anche fra chi lo amava: "Quando mi avevano chiesto di candidarmi, mi avevano assicurato che il quorum c’era. E invece niente!". Insomma, l’hanno imbrogliato: prima quelli del Ccd, e poi anche gli elettori, che con lui si sono comportati proprio male: "Mi ero proposto come autonomista in Europa, evidentemente i trentini non vogliono più l’autonomia!"

Sull’Alto Adige dello stesso giorno Moser chiarisce diffusamente il suo pensiero, facendoci capire che il suo non è uno sfogo (comprensibile per quanto fuori luogo), ma una radicata convinzione: "Che cacciapalle questi del Ccd!... Mi hanno raccontato un sacco di storie. Sono dovuto andare anche fino a Roma (niente meno!, n.d.r.), tutto tempo perso. Era tutto un rassicurare che loro valevano almeno il 6%, che non ci sarebbero stati grandi problemi... Sono un po’ scocciato. Quando ti vengono a raccontare delle cose che poi si rivelano del tutto false, c’è poco da stare allegri".

Il senatore Ivo Tarolli, che l’aveva coinvolto nella disgraziata avventura, ha cercato di spiegargli, di consolarlo, ma Moser è persona concreta, e non ci casca: "Si è arrampicato sugli specchi, ha cercato di dirmi qualche cosa, ma le cifre sono quelle che sono".

Tarolli, chiamato in causa da Moser (ma anche da Giacomo Santini per quella candidatura rivelatasi fallimentare), si guarda bene dal fare autocritica e replica in modo quanto meno bizzarro: "Anche un cieco vede che l’assessore ha perso il suo appeal politico". E allora, di grazia, perché proporlo agli elettori?

Un altro sportivo, Reinhold Messner, è ancora più in- furiato, nonostante l’avvenuta elezione. Non ha digerito le polemiche interne ai verdi suscitate dal servizio di "Striscia la notizia" e adesso, anziché accontentarsi signorilmente del risultato ottenuto (lui a Strasburgo, alcuni suoi illustri accusatori trombati), preannuncia sfracelli in un delirio di onnipotenza: "Ho vinto contro i verdi. Anzi, nonostante i verdi. Mi hanno fatto la guerra... Una minoranza solo mi ha aiutato. C’è invece chi si è fatto bello usando del mio nome per farsi un’immagine. Ma hanno preso quello che si meritano. Hanno preso una sonora lezione. Penso ai vari Tamino, Celli, Apuzzo. E anche la Zendron. Pronti a criticarmi solo per farsi notare. Solo se loro accettano di cambiare strada, se faranno quello che io dico, allora farò l’europarlamentare. (...) I verdi devono capire che o seguono me, o non hanno alcun futuro. Io voglio che chi mi segue obbedisca alla mia linea. Degli altri non so che farmene...".

Sull’Adige del giorno dopo, gli risponde con pari rudezza uno dei suoi critici trombati, Roberto Franceschini: "Mai vista una persona così presuntuosa... No, il sottoscritto e tanti altri verdi non saranno sudditi proni ai tuoi desideri. Non vuoi restare coi verdi? Beh, vattene pure via... Con tanta, tantissima disistima".

Ma il partito, ufficialmente, non ha nulla da ribattere?

Sì, l’indomani Giorgio Pedrotti e Pino Finocchiaro rispondono, ma a Franceschini: "La differenza fra i 19.953 voti di Messner e gli 877 di Franceschini dovrebbe essere evidente anche allo stesso Bistecca ed indurlo a meditare prima di fare dichiarazioni ridicole".

Franceschini - proseguono - non sa far altro che "coltivare modesti orticelli di preferenze e polemizzare pubblicamente contro altri candidati della stessa lista... Non può più stare in un movimento per remare sempre contro, per alimentare le polemiche interne e non avere mai nulla da proporre per far crescere i consensi, sottraendosi il giorno dopo il voto anche alla riflessione sui motivi della sua sconfitta personale... Del resto, è comprensibile il disagio di Franceschini che ormai da 10 anni ottiene solo insuccessi"

Se si pensa alle esibizioni di Franceschini al Consiglio comunale di Trento, impietosamente trasmesse da Tca, è difficile dare torto ai due dirigenti dei verdi; ma sulle dichiarazioni di Messner (quelle sopra citate e altre ugualmente pesanti) non c’è proprio niente da dire?

No, Pedrotti e Finocchiaro sorvolano beatamente sulle bastonate e gli ultimatum di Messner, la sola cosa che conti è che questi abbia portato voti alla lista verde: "I verdi hanno ottenuto seggi solo nelle circoscrizioni che lo vedevano presente, quella del Nord-est e quella del Nord-ovest".

E tanto basta.

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