Gastronomia bipolare
La pizza o l’orzetto? A proposito di un dibattito idiota.
Elezioni comunali di Trento: il doppio evento elettoral- gastronomico del 27 aprile (pizza per il centro sinistra, elegante cena da 200.000 a cranio per il Polo) è annunciato con grande rilievo dall’Adige, che sventaglia una compilation di banalità con pretese umoristiche: "La pizza è notoriamente di sinistra, come la Nutella e la torta Sacher... O come la mortadella di Prodi. Di destra invece è di sicuro il risotto agli asparagi, magari annaffiato da un rosso corposo. (...) E mentre i big del Polo si omaggeranno in abito da sera..., margheritini e diessini festeggeranno in camicia di jeans. E chissà che qualcuno non rispolveri una chitarra per intonare il classico ‘ed era un bravo ragazzo’ all’indirizzo dell’Ale Pacher. (...) Quanto ai gusti dei partecipanti, beh, si sa che Lorenzo Dellai ordinerà una margherita".
A cose fatte, i due quotidiani commentano il doppio appuntamento in modo un po’ diverso. L’Adige si limita ad una sorta di cronaca mondana, facendo la lista degli intervenuti e limitando il commento a poche frasi iniziali, leggermente sbilanciate a favore del centro sinistra ("Un incontro alla buona, fuori dall’ufficialità") rispetto al Polo ("Che serata, che gente, che classe, che vestiti, che charme, che allegria composta").
L’Alto Adige, invece, va giù più pesante, con toni qua e là sfottitori nei confronti dei supporter del candidato Eccher: "Stuolo di vip omaggia Eccher" - è il titolo, e l’articolo, dopo una descrizione dell’atmosfera che regnava al ristorante ("Sui tavoli, apparecchiati con tovaglie damascate nei toni del rosa, baluginava una candela. (...) Nel parcheggio Mercedes e Bmw hanno faticato a trovare spazio"), si conclude nello stesso tono: "E via con il salmone".
Quanto all’altro candidato, trattamento diverso: "Forst: un trionfo per la pizza" - annuncia il titolo, mentre il pezzo, di Sandra Chighizola, è entusiasta, quasi commosso: "Eccolo nuovamente (Dellai, n.d.r.) con i vecchi compagni di cordata, con i quali la semplicità e la simpatia, le battute in dialetto, sono ancora dei valori sui quali poter sorridere. (...) Ed eccolo il popolo del centro-sinistra, con il leader Pacher, che neppure la pizza è riuscito a mangiare, che lo lega, all’insegna di una diversità che chissà quale collante riesce a tenere insieme".
Presentato in questi termini, il povero Eccher diventa il candidato "Balocchi e Profumi", contro il quale si scatena l’irritazione di molti lettori: "La cena di martedì sera è davvero uno schiaffo per la gente". "Mi colpisce l’ostentazione e il costo... non si capisce cosa si voglia festeggiare". "Quei signori imbellettati fra signore eleganti e profumate in cerca di voti...". "I signori politici... non si accorgono che disgustano chi legge simili grandezze". "Con la guerra dietro l’angolo, ho preferito digiunare, se non altro per rispetto alle migliaia di profughi".
A favore dell’esponente del Polo, solo un paio di signore organizzatrici della cena stessa, che oltre a ribattere con argomenti anche condivisibili ai rilievi più demagogici, si lasciano a loro volta andare ad umori viscerali nell’attaccare i giornalisti dei due quotidiani, "vecchi sessantottini che contrappongono le classi sociali aizzandole l’una contro l’altra come Serbia e Kossovo", traboccanti di "un livore che trasuda come nella miglior tradizione della stampa catto-comunista", eccetera. Conclusione: "Quando un’iniziativa non proviene dal centro-sinistra viene sicuramente usata in maniera distorta".
Questo dibattito non ci è proprio piaciuto. Che i fondi per una campagna elettorale si raccolgano organizzando cene a 200.000 lire non è assolutamente scandaloso; può essere soltanto inopportuno (e così è stato), visto che in Italia siamo ancora poco abituati a simili iniziative; sicché pare azzeccato il commento di una lettrice che si domanda chi diavolo siano i consiglieri di Eccher in questa campagna elettorale.
Ma il punto è un altro. Accanto a tanto scandalo populista, né i lettori né soprattutto i quotidiani trovano nulla da dire su ben altre magagne del candidato Eccher. Con l’eccezione di una lettrice, che sull’Adige del 4 maggio, fa un accenno a quella che sembra essere la principale peculiarità del candidato del Polo: "Mi hanno sconcertata la esiguità del programma, che non dice nulla al di là delle solite frasi comuni a tutti i candidati, e certe affermazioni molto vaghe". Questo dovrebbe preoccuparci e scandalizzarci: l’inconsistenza e la banalità anche su temi (la salute, in primis) sui quali Eccher dovrebbe avere delle precise competenze; una inconsistenza fortemente sottolineata, oltre tutto, da un’oratoria ondivaga che ne fa un emulo del miglior Casagranda.
E ancora, la sua singolare affermazione che, qualora venisse eletto, ha intenzione di continuare a fare il suo lavoro, quasi che Trento fosse un paesotto di duemila abitanti dove si può fare il sindaco nei ritagli di tempo.
Ohibò, scandalizzarsi è salutare, ma cerchiamo di scegliere gli obiettivi giusti!