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“Voglio uccidere Maria De Filippi”

da "La città civile", mensile di Siracusa.

Andrea Amaro

Auditel delle mie brame, chi è la più vista del reame? E’ questa la domanda che ogni notte i responsabili dei grandi network televisivi pongono all’Auditel. Ma che cos’è l’Auditel, o più tecnicamente la rilevazione meter? E’ il sistema di rilevamento di ascolto delle televisioni che stabilisce i dati di ascolto di ogni programma televisivo e di conseguenza il mercato pubblicitario. Una torta di centinaia di miliardi che ogni anno si dividono Rai e Mediaset. Si avvale, attualmente, di circa 4.000 campioni sparsi con metodologia in tutto il territorio nazionale. Un campione di ascolto molto variegato. Famiglie di ogni genere, di single, di professionisti, di operai e di studenti. Tutti lì con questo apparecchio piazzato sopra il televisore e con il telecomando pronto a comunicare ogni cambiamento. I campioni, volontari per evitare la professionalizzazione, ogni anno ricevono in regalo un piccolo elettrodomestico, sono tenuti alla riservatezza per evitare condizionamenti (tentativi di corruzione) dalle televisioni e dai pubblicitari e non possiamo quindi rivelare il nome della persona intervistata. Si tratta di un appassionato della televisione, è giovane, svolge un lavoro autonomo ed è single.

Come sono arrivati a te?

"Semplice. La persona incaricata di cercare il campione a Siracusa è un mio amico. Gli servivano dieci single in tutta la provincia; nel capoluogo la scelta è ricaduta naturalmente su di me".

Ti condiziona sapere che i tuoi ascolti sono determinanti per il successo di un programma piuttosto che di un altro?

"Sì, a volte anche in maniera pesante. Ci sono giorni, momenti che decido di non vedere quel certo programma per evitare di far salire l’indice di ascolto, anche se istintivamente sono portato a soffermarmi e vedere tutto. Ad esempio, non guardo più "Domenica in" perché voglio contribuire a far chiudere quel programma. E’ indecente, tanto quanto Raffaella Carrà. Ed è ancora più vergognoso che siano programmi Rai, cioè del servizio pubblico. Altro condizionamento che subisco consapevolmente però è di non guardare più le TV locali. Hanno perso quella spinta propulsiva iniziale che le rendeva interessanti e originali. Non c’è più attenzione critica alla realtà locale, spesso sono solo strumento di amplificazione per il politico di turno".

Tu prima dici di lavorare per la chiusura delle TV locali: cosa intendi?

"L’apparecchio meter rileva tutte le TV memorizzate sul mio televisore, quindi la società che gestisce il servizio (la AGB) conosce perfettamente gli indici di ascolto di ogni rete operante sul territorio. Io lavoro con tenacia alla chiusura delle tv locali facendo risultare un indice di ascolto vicino allo zero".

Come funziona tecnicamente il sistema di rilevamento?

"Sul televisore viene installato un rilevatore d’ascolto, cioè una memoria collegata col sistema interno di rilevamento dei canali e alla linea telefonica. Quando accendo la Tv, automaticamente si accende anche l’apparecchio Auditel, che vuol sapere quante persone stiano guardando la televisione. Indicato il numero delle persone (vuol sapere se sono maschi, femmine e l’età) ti lascia in pace finché non cambi canale".

Poi?

"Se ti soffermi più di 15 secondi ti richiede nuovamente il numero delle persone presenti. Ti lascia questo lasso di tempo per consentirti di fare zapping. Successivamente, dalle due alle sei del mattino, gli operatori, collegandosi alla linea telefonica, raccolgono tutti dati memorizzati dall’apparecchio e nel corso della giornata sono in grado di comunicare gli ascolti programma per programma. Di fatto io, rappresento qualche decina di migliaia di telespettatori e decido la promozione o la bocciatura di un progetto televisivo. L’ultimo esempio è la stroncatura del programma di Maria De Filippi. Massacrata, uccisa, annientata..."

Non definitivamente, però.

"Purtroppo. Ma vedrai, ci rifaremo. Sto lavorando ad un sistema di riconoscimento del campione: l’idea è collegarsi tra di noi per condizionare il mercato televisivo dal basso. Un’idea di democrazia da discutere e sviluppare tra esperti, critici televisivi, forze politiche e Parlamento. E’ la Tv che condiziona la vita di milioni di individui. Altro che Internet".

E’ previsto anche un indice di gradimento del programma?

"Il sistema di rilevamento lo prevede, tanto che il telecomando ha un tasto con la voce ‘voto’. Ma Rai e Mediaset per evidenti ragioni non ci danno la possibilità di esprimere la nostra opinione sul programma. Siamo soltanto numeri".

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