Cattolici protestanti
A Salisburgo 282 delegati scelti dai vescovi auspicano la fine del celibato ecclesiastico, l'elezione del vescovo da parte dei fedeli ed altre cose parimenti "scandalose".
282 delegati - selezionati accuratamente dai vescovi fra teologi, parroci, suore e laici delle varie organizzazioni cattoliche, dall'Azione cattolica ai movimenti carismatici - erano convenuti a Salisburgo, per rappresentare il "popolo di Dio": Il "Dialogo per l'Austria": 3 giorni di discussione e preghiera per ridefinire l'anima della Chiesa austriaca, per riparare i torti, per superare le laceranti divisioni degli ultimi anni.
Quanto i vescovi avranno da riferire al Papa (fra qualche giorno, saranno a Roma per la loro regolare visita) - se avranno il coraggio di riferirlo - non sarà gradito alla Santa Sede. Abbondanti ragioni per scandalizzarsi ci sono. Poche settimane prima di questo "dialogo", il cardinale arcivescovo di Vienna, Schónbom, aveva pubblicato un libro sulla situazione della Chiesa austriaca. Libro nel quale sottolineava da buon catechista (e redattore del catechismo mondiale pubblicato qualche anno fa sotto gli auspici del Grande Inquisitore Ratzinger) tutti i dogmi romani (ivi inclusi quelli di dubbia sostanza teologica, di impronta radicalmente conservatrice, come il divieto papale di discutere sull'ordinazione delle donne). E chi non ci crede come il mezzo milione di credenti che avevano sottoscritto la "petizione popolare ecclesiastica" (il Kirchenvolksbegehren) sarebbe, sostanzialmente, un protestante. Solo che anche le chiese protestanti non godrebbero di buona salute, soffrirebbero anch'esse di un'emorragia di fedeli...
I protestanti austriaci hanno protestato contro questo "attentato allo spirito ecumenico", e gran parte della stampa (e non solo la parte liberal-laica o di sinistra) ha tacciato il porporato di palese spirito reazionario. Nonostante il suo solito diplomatismo elegante e felpato, e nonostante tutti i tentativi di presentarsi come uomo moderno, civile, intellettuale, sotto sotto il nostro si è rivelato un ferreo ratzingeriano, un antimodemista, un maschilista della più antica tradizione romana.
Allo stesso tempo, però, un suo vescovo ausiliare ha pubblicato un altro libro che esplicitamente sponsorizza le tesi del Kirchenvolksbegehren.
Ed in questi giorni grigi di fine ottobre, a Salisburgo è successo "il miracolo" (così lo ha definito la speaker del Kirchenvolksbegehren, la signora Ingrid Thumer, tirolese come molti dei "ribelli" cattolici). I delegati scelti dai vescovi hanno votato, con una maggioranza di due terzi, per quasi tutte le rivendicazioni del Kirchenvolksbegehren: contro il celibato, per l'ordinazione a prete di "viri probati" (cioè diaconi sposati), per almeno donne diaconesse, contro l'esclusione dai sacramenti dei divorziati risposati, per l'elezione dei vescovi da parte dei fedeli delle diocesi, contro la sessuofobia della morale cattolica, per una Chiesa aperta e fraterna, da "popolo di Dio" di roncalliana memoria.
Il Concilio Vaticano 2, ovviamente, in Austria ha lasciato i suoi semi, i quali adesso fioriscono perché coltivati bene da grandi e saggi pastori come il cardinale Kònig e molti altri vescovi prima della controriforma Wojtyliana.
Va da sé che questo "voto" ha solo un valore "consultivo" e simbolico, non decisivo, trattandosi di un'assemblea informale, "di dialogo", convocata come gesto di apertura dalla conferenza dei vescovi al di fuori delle norme del diritto canonico, e non di un sinodo. Ma potrà, il Papa, ignorare questo voto?
C'è chi ne è convintissimo. Il vescovo Krenn, l'ultra dei wojtyliani, ha già dichiarato che quest'assemblea non era rappresentativa (affermazione ridicola, visto che proprio il cardinale Schónbom, come presidente della conferenza dei vescovi, ha ratificato la scelta dei delegati; e proprio lui avrebbe riempito l'assemblea con pericolosi sovversivi?), e che, soprattutto, sui princìpi della fede non si discute e non si vota. La Chiesa non è democratica, il Papa comanda, i vescovi sono i suoi luogotenenti e "adesso noi vescovi dobbiamo controllare se le tesi votate da questa assemblea hanno a che fare con la religione cattolica." Per lui, tutti questi delegati, dal presidente dell'Azione cattolica all' ex vicepresidente del consiglio Busek (DC), sono protestanti e basta.
Ci vuole la rievangelizzazione dell'Austria, e la conversione, all'unica fede cattolico-romana, di tutti questi eretici. Solo che i credenti, quelli ispirati dal Gesù della Bibbia e non dal diritto canonico, o continueranno ad ignorare, in santa pace, le encicliche e le altre missive autoritarie e reazionarie del Papa, ad andare a comunicarsi insieme ai fratelli divorziati, ad andare a messa dal parroco poco celibe ed a rispettarlo come il loro buon pastore, insomma, a vivere secondo coscienza, credendo nel buon Dio dell'amore e della misericordia, impegnandosi per una società più umana, più democratica, più giusta e più solidale.
Fra quelli che vogliono essere "il lievito" nella società, i testimoni del messaggio della Bibbia, ed i pretoriani della Chiesa Romana, c'è ora un abisso. Saranno veramente tutti protestanti i bravi cattolici del miracolo di Salisburgo?