Il gioco dei bussolotti
Lo scambio di figurine
Si sarebbe aperta una trattativa parallela a quella condotta dal commissario Urzì da giorni interrotta, considerato il fatto che Girardi può portare al presidente quattro voti, che sono sufficienti a garantirgli la maggioranza. Per prima cosa c'è la rinuncia alla vicepresidenza della Provincia per Gerosa, che è il punto controverso del patto elettorale Lega-FdI. Nello schema dei "ribelli" dunque allo stesso Girardi, ex sindaco di Mezzolombardo, che Fugatti conosce e stima, potrebbe andare la presidenza del Consiglio provinciale, preferita a un assessorato regionale, mentre si tratta anche per un posto di segretario questore in ufficio di presidenza. In alternativa per la presidenza c'è Daldoss, che però fin dall'inizio puntava all'assessorato in giunta provinciale. I due posti di FdI ora sono già occupati da Claudio Cia e Francesca Gerosa.
L'Adige, 29 novembre
Poltrone vaganti
Fratelli d'Italia punta a rimpiazzare Paccher con un proprio nome per togliere una poltrona alla Lega. Infine, si rivendica un posto di segretario questore. In questo modo la presidenza del consiglio provinciale potrebbe andare a Maria Bosin (Patt) o Claudio Soini (Lista Fugatti) visto che Fratelli d'Italia esclude possa avere un'altra carica la Lega. E Giulia Zanotelli entrerebbe in giunta senza la necessità di dimettersi. In più, ci sarebbe il posto per l'assessore esterno.
L'Adige, 1° dicembre
Il complotto
Se i tre - Cia, Daldoss e Girardi - si mettessero d'accordo, potrebbero contrattare in proprio con Fugatti per due assessorati al posto di Gerosa (lasciando la vicepresidenza a Spinelli) e la presidenza del consiglio provinciale (o regionale). Garantirebbero tre voti portando la maggioranza a 19 consiglieri. Ma è chiaro che dovrebbero uscire da Fratelli d'Italia.
L'Adige, 3 dicembre
Malignità
A guidare le decisioni dei protagonisti, in questa fase sembra essere soprattutto la convenienza personale, più che un obiettivo politico o di governo.
L'Adige, 4 dicembre
I valori e le poltrone
Riguardo agli Autonomisti popolari che chiedono un riconoscimento per Walter Kaswalder indicato come “unico, vero, storico autonomista in consiglio provinciale”, Marchiori è chiaro: “Siamo impegnati tutti, compreso lui, Tonina, Bosin e io stesso, a portare avanti i valori autonomisti e popolari, valori che ci uniscono sotto un unico cappello del Patt. Il partito rivendica un riconoscimento del ruolo avuto nella stabilizzazione del quadro politico, ma non è una questione personale”.
L'Adige, 5 dicembr
Calimero
Claudio Cia lunedì ha preso possesso del suo ufficio, contro le indicazioni del partito, rifiutandosi di dimettersi. Nel decreto di ieri il presidente Fugatti non tocca le deleghe di Cia, che resta a tutti gli effetti ancora assessore. Ma sembra avere le ore contate perché, come ha dichiarato il commissario della Lega, Diego Binelli, subito dopo la firma del decreto: “Il posto di Cia spetta alla Lega”.
L'Adige, 7 dicembre
I parenti poveri
Chiusa - per ora - la diatriba con Fratelli d'Italia, si riaccende lo scontro interno al Patt.
L'Adige, 7 dicembre
La sveltina
Quella di ieri dovrebbe essere l'unica seduta di Giunta che vede la presenza, insieme, di Gerosa e Cia, visto che a quest'ultimo nei primi giorni della settimana prossima saranno tolte le deleghe,
L'Adige, 8 dicembre
Sentite condoglianze
Il presidente Fugatti ci ha tenuto poi ad esprimere la sua vicinanza umana all'assessore Cia.
L'Adige, 8 dicembre
Volano gli stracci
La deputata Alessia Ambrosi ha attaccato il commissario Alessandro Urzì: “Deve andare via dal Trentino: ha fatto un disastro. Basta con le intimidazioni”. La replica di Urzì: “Si mette fuori dalla linea del partito”.
L'Adige, 10 dicembre